Ricco di proprietà antibiotiche, digestive, cardio protettive e antinfiammatorie. Sono solo alcuni dei tanti benefici che il peperoncino apporta al nostro organismo grazie all’abbondanza di elementi come la capsaicina, deputata a conferire al frutto rosso l’inconfondibile sapore piccante.
Ma ora, come racconta Daniele Iudicone, CEO del brand romano Fotovoltaico Semplice, il peperoncino e nello specifico la capsaicina sono al centro di uno studio legato a un settore in apparenza insospettabile: quello delle energie rinnovabili.
Partendo da due studi prestigiosi, condotti rispettivamente da Jon Major, ricercatore e fisico dello Stephenson Institute for Renewable presso l’università di Liverpool e il fisico della East China Normal University Qinye Bao, Iudicone spiega che “dopo il silicio e la perovskite, il futuro del fotovoltaico passerà attraverso materiali naturali”.
“Per rendere il settore sempre più competitivo e attraente – prosegue l’esperto – occorre soppiantare radicalmente l’uso dei combustibili fossili, alla base dei disastrosi cambiamenti climatici a cui corriamo incontro. Se è vero che la perovskite soppianterà l’utilizzo di silicio nei pannelli solari fotovoltaici perché in grado di assorbire più facilmente la luce del sole, è anche vero che questo materiale perde di competitività nel trasformare i fotoni in elettricità”.
Gli studi alla ricerca di additivi più facili da utilizzare e meno costosi per migliorare l’efficienza delle celle fotovoltaiche a base di perovskite, hanno dimostrato che la sostanza contenuta nel peperoncino è capace di modificare la densità degli elettroni liberi di circolare all’interno dei pannelli fotovoltaici, migliorando notevolmente il flusso di corrente che qui si genera e aumentando l’efficienza di conversione da energia solare a corrente elettrica.
L’assoluta proprietà nel “selezionare biomateriali sostenibili come la capsaicina, che è a basso costo e abbondante sulla Terra” ha portato anche alla scoperta di un ulteriore sostanza naturale che promette di rivoluzionare il mondo del fotovoltaico.
“Il magnesio, che è chimicamente una tipologia di sale facilmente reperibile nei mari e nelle cucine sotto forma di addensante, potrebbe rapidamente sostituire una componente tossica e cancerogena impiegata nella produzione dei pannelli fotovoltaici come il tellururo di cadmio”, racconta Iudicone.
Il CEO di Fotovoltaico Semplice, impresa pluripremiata per la qualità fortemente innovativa dei suoi sistemi, intravede quindi in un futuro più prossimo di quanto si creda “la possibilità di realizzare delle celle fotovoltaiche e dei pannelli solari che non solo forniranno energia elettrica pulita, ma saranno anche più ecosostenibili dal punto di vista della loro produzione”.
Un altro materiale in fase di sperimentazione è il seleniuro di antimonio, un composto che si configura con una struttura che ricorda quella del grafene.
“Questo composto – conclude Daniele Iudicone – sarà impiegato per realizzare dei nanofili che indirizzino gli elettroni ma anche, in virtù delle sue caratteristiche, per ristabilire i legami recisi da agenti esterni che possono incidere sulle prestazioni. In questo modo i pannelli potrebbero addirittura ripararsi da soli, una prospettiva che aprirebbe scenari del tutto nuovi”.