Il mese di febbraio è stato estremo in Europa, con il gelo a cui ha fatto seguito un’ondata di caldo precoce di entità eccezionale per il periodo. Lo sbalzo è stato davvero imponente, sembrava essere arrivata la primavera troppo presto con tutte le conseguenze dannose per il risveglio anticipato delle fioriture.
Gli estremi meteo non sembrano però finire qui. Questa prima parte di marzo ha riproposto un contesto più dinamico, con sbalzi di temperatura. Si potrebbe dire che si è avuto uno scenario tipico per la prima parte di marzo.
In questa prima quindicina del mese le temperature in gran parte d’Europa sono state nel complesso prossime ai valori tipici del periodo. Lievi anomalie termiche positive hanno riguardato l’Italia. Il grande freddo però non ha abbandonato l’estremo est dell’Europa e la Russia.
Riecco il gelo invernale
In questo mese non sono però così rari i ritorni improvvisi del crudo inverno e in effetti ora l’Europa è interessata dalla discesa di correnti più fredde da nord, conseguenza dell’elevazione meridiana dell’anticiclone in Atlantico che punta verso l’Islanda.
In tal modo, anche l’Italia ed il Mediterraneo saranno vulnerabili ad impulsi d’aria fredda ed instabile, che nell’impatto con le acque più tiepide marine innescheranno contrasti tali da favorire lo sviluppo di circolazioni di bassa pressione, foriere di maltempo invernale.
Nella seconda parte della settimana un nucleo d’aria più gelida, in discesa dall’Artico Russo, avrà come bersaglio l’Europa. La rotta, ancora da definire nel dettaglio, vedrà coinvolta prima l’area baltico-scandinava, poi le nazioni centrali del Continente e la Francia.
Le temperature crolleranno su valori pienamente invernali per diversi giorni, ben sotto media, con condizioni favorevoli per eventuali episodi di neve anche in pianura, ma soprattutto per intense gelate che potranno causare danni all’agricoltura.
A seguire, parte di quest’aria fredda farà irruzione sulla Spagna, sui Balcani e sul cuore del Mediterraneo, con i minimi di pressione a modellare gli spostamenti delle masse d’aria. L’Italia sarà ad esempio contesa fra l’aria artica e correnti molto più umide e temperate di natura afromediterranea.