La bambina ha solo 40 giorni, sta male e non respira più. I genitori la portano in ospedale a Lucca la sera tardi, è poco prima di mezzanotte, l’11 marzo. “Non sappiamo cosa ha, non respira, era nel suo lettino”, dicono ai medici padre e madre. Vivono insieme a Lucca, hanno sotto i 30 anni, la bambina è la loro primogenita. La piccolina, è stato accertato da i medici, era in coma per arresto respiratorio. Per le gravissime condizioni, da Lucca il personale sanitario l’ha trasferita al reparto di pediatria dell’ospedale di Pisa, l’hanno messa in rianimazione e per un periodo è restata intubata. Il giorno dopo la squadra mobile ha avviato accertamenti sulla vicenda, quindi, appena disponibili, le analisi delle sue urine hanno fatto scoprire metadone e tracce di cocaina nel suo organismo. Ora c’è una inchiesta della procura di Lucca, l’autorità giudiziaria a cui la squadra mobile ha denunciato la madre.
Intanto, nel corso dei giorni e con terapie adatte, la bambina è tornata a respirare da sola benché il personale medico dovrà rivalutare con accertamenti specifici eventuali danni neurologici che il suo cervello potrebbe aver subito. E’ una partita difficile. Dalle analisi è emerso un tasso di metadone pari a 1.644 ng\ml e di cocaina di 74 ng/ml: per entrambe le sostanze si è positivi quando il dato supera 100. “È apparso evidente che a fronte di un dato così elevato alla neonata sia stato somministrato metadone”, si fa osservare da fonti investigative della polizia. La madre non la allatta. Come ci siano finiti nel metabolismo della bambina tanto metadone, e anche la quantità di cocaina rintracciata, è il tema centrale dell’indagine. In modo casuale, fortuito? Le sostanze si sono miscelate col latte del biberon? E come, perchè? Le indagini della polizia stanno valutando anche questo e le ricostruzioni degli investigatori sono in piena fase di definizione. All’inizio le indagini erano partite per verificare se la causa del coma e dell’arresto respiratorio fossero addebitabili ad ‘alterazioni’, eventi subiti. Ma, è stato il responso, non “erano visibili elementi riconducibili a possibili eventi traumatici”. Poi “a seguito degli accertamenti effettuati dagli investigatori – si spiega dalla polizia -, alla neonata sono state effettuate le analisi delle urine alla ricerca di sostanze stupefacenti”. E così è saltato fuori il consistente tasso di metadone in base al quale la bambina vi è risultata positiva. In più ci sono tracce di cocaina, altra presenza considerata quantomeno ‘strana’, anomala in una bambina di soli 40 giorni. Nelle prime spiegazioni date alla polizia i genitori avrebbero detto di essere intervenuti quando hanno trovato la neonata nel suo lettino che respirava male e così l’hanno accompagnata in ospedale. Ma da quanto tempo la bambina aveva il fisico in sofferenza? I genitori quando sono intervenuti? Domande a cui l’indagine della squadra mobile sta cercando di rispondere. Gli accertamenti della polizia hanno messo al vaglio l’eventuale condizione di tossicodipendenza e assunzione di droghe da parte dei genitori, di uno o di entrambi, e quanto, nel caso, possa aver influito nel determinare la vicenda. Per ora risulta indagata solo la madre. Il magistrato, il sostituto procuratore Laura Guidotti, sta valutando quali sono le ipotesi di reato da ipotizzare. Secondo quanto trapela da fonti vicine all’inchiesta, il ventaglio dove il pubblico ministero potrebbe pescare è ampio: dalla cessione di stupefacenti, alle lesioni, ai maltrattamenti ma questa valutazione è in corso così come è al vaglio degli investigatori della polizia la posizione del padre, che al momento, comunque, non risulta indagato. Il magistrato aspetta altri riscontri investigativi dalla squadra mobile per inquadrare il fascicolo in cui intanto, da prassi, pervengono i primi referti medici e i primi rapporti di polizia.
Fonte Ansa.it