(ANSA) – ROMA, 17 MAR – La prevenzione è cruciale per la
salute delle donne e va avviata e coltivata fin dall’ infanzia.
È un cammino, che è sempre più personalizzato e che segue la
crescita e la maturazione femminile e uno dei momenti cruciali è
quello dell’adolescenza, “fondamentale per inculcare la cultura
della prevenzione e poi a livello ginecologico in questa
fase vi è una una grande potenzialità che è il vaccino anti
Hpv”. In adolescenza, poi, una cosa a cui prestare attenzione
sono anche i disturbi del comportamento alimentare, ” da
identificare e trattare molto precocemente”. Lo evidenzia il
professor Giovanni Scambia, direttore scientifico della
Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, che
in un video affronta il “cammino della prevenzione” in cui ad
ogni tappa vi sono gli aspetti essenziali a cui prestare
attenzione. L’iniziativa si svolge nell’ambito del progetto
DONNENMD, dedicato alle donne e alle patologie neuromuscolari,
promosso dal Centro Clinico NeMO in collaborazione con il
Policlinico Gemelli. “Si arriva poi-prosegue Scambia- alla post
adolescenza, con l’inizio dei primi rapporti sessuali. Nella
prima visita ginecologica vanno inquadrate patologie che
possono già manifestarsi in questa età: una di queste è
l’endometriosi”. Le attività di prevenzione successive,
importantissime in generale, si basano poi per l’esperto anche
sulla familiarità. “Per esempio-rileva- persone che hanno
familiarità per tumore della mammella o ovaio iniziano a fare
controlli ginecologici, ecografici e mammografici eventualmente
dal trentesimo anno, per chi non ha familiarità dai 40. Prima
sono sufficienti visite ginecologiche o senologiche”. “Fino
all’età in cui si programma una gravidanza-prosegue poi Scambia- e poi c’è il tema menopausa e postmenopausa con controlli non
sono oncologici. Ma legati anche alle abitudini di vita, al
metabolismo osseo con la Moc (Mineralometria Ossea
Computerizzata)”. “Abbiamo delle misure di prevenzione
primaria -aggiunge Scambia- come il vaccino del papillomavirus,
che se praticassimo sistematicamente il cancro del collo utero
non esisterebbe più. E abitudini legate a stili di vita: per
esempio evitare l’obesità vuol dire diminuire il rischio di
tumore dell’utero”. “Il futuro della prevenzione -conclude- è
qualcosa di non generico, ma anche basato sulla familiarità”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it