Nella notte fra sabato 27 e domenica 28 marzo scatta il ritorno all’ora legale, con lo spostamento delle lancette in avanti di 60 minuti. Si dormirà quindi un’ora in meno, ma in compenso la sera si potrà beneficiare di un’ora di luce in più.
L’ora legale rimpiazza l’ora solare, e tra le altre cose in particolare fa risparmiare sull’energia sfruttando un minore uso dell’illuminazione elettrica. In Italia esiste dal 1916 e fu adottata mentre il Paese era impegnato nella Prima guerra mondiale.
Con la Repubblica italiana dal 1948 l’ora legale non venne più utilizzata, per essere poi reintrodotta nel 1966, in periodo di crisi energetica: durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre.
Italia non opta per abolizione cambio dell’ora
Da tempo si parla di abolire l’ora legale o di adottarla per tutto l’anno, come ha fatto ad esempio la Russia. Nel 2018 il Parlamento Europeo ha approvato (con l’84% dei voti) una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno.
A novembre del 2019, il governo Conte bis ha scelto di mantenere il doppio orario, dicendo no all’abolizione tramite una risoluzione. Altri Paesi, come la Francia invece, hanno scelto di passare a un unico orario (quello estivo) senza effettuare più cambi.
Sempre nel 2019, il Parlamento Europeo si era espresso in questo senso: gli Stati membri che avessero deciso di mantenere l’ora legale cambieranno l’ora per l’ultima volta alla fine di marzo di quest’anno, mentre quelli che vogliono mantenere l’ora solare dovrebbero farlo l’ultima domenica di ottobre 2021.
L’Italia invece, confermando il mantenimento del cambio dell’ora, non ha scelto nessuna delle due strade, ma solo di lasciare tutto come prima. Al momento quindi resterebbe in vigore il classico cambio dell’ora anche nei prossimi anni. Si creerà però un’evidente discrepanza a livello dei paesi europei.