Sono i sapori e i profumi unici dell’Elba l’ingrediente segreto di Michele Nardi, l’emotion chef originario di Piombino ma elbano per scelta che nelle ultime settimana è protagonista di Cuochi d’Italia su TV8, come miglior chef rappresentante della sua Regione, la Toscana.
La competizione prevede lo scontro diretto tra le regioni che si sfidano attraverso pietanze tipiche rilette in chiave contemporanea, vagliate dal giudizio di Cristiano Tomei e Gennaro Esposito sotto la conduzione di Alessandro Borghese.
A rappresentare la Toscana proprio Michele Nardi che ha portato sulla tavola di Cuochi d’Italia l’unicità dell’Elba, attraverso i piatti della tradizione e ingredienti unici espressione dell’essenza dell’isola, cioè il connubio perfetto tra mare e terra. Un equilibrio espresso appieno dalle proposte presentate in televisione, prima tra tutti la Ribollita di mare, un piatto dal dna elbano: il cavolo nero della tradizione è stato sostituito con le erbe spontanee tipiche dell’Isola d’Elba a cui si aggiunge quanto offerto dal mare dell’arcipelago, come le seppioline e le lumachine di mare.
Un’altra proposta originale è stato il granchio favollo, specie diffusa nel mar Mediterraneo ma che all’Elba trova le migliori condizioni di habitat, ma sono apparse in trasmissione anche il Gurguglione all’elbana; la Zuppa d’ova, piatto della tradizione contadina, offerto ai braccianti dalle famiglie per cui lavoravano che esprimevano la loro ricchezza nel numero di uova usate per la preparazione; il Lesso rifatto, tipico toscano e qui reinterpretato in chiave contemporanea.
“Ogni piatto è un ambasciatore dell’Elba, un modo per raccontarla nel mondo attraverso profumi e gusti dell’Isola –sottolinea Michele Nardi – Nell’immaginario collettivo la Toscana è associata ai prodotti di terra mentre in trasmissione ho cercato di portare un punto di vista diverso, quello del mare toscano e del suo arcipelago”.
L’Elba e la sua biodiversità sono dunque l’ingrediente segreto, che il Parco Nazionale Arcipelago Toscano vuole tutelare attraverso il riconoscimento ufficiale di varietà locali dell’isola d’Elba. Il progetto è rivolto ad alcune piante ortive, tra cui la cipolla di Patresi, la cipolla ciatta e la cipolla della Zanca, il cavolo di Patresi e varie tipologie di fagiolo e pomodoro, ma anche specie autoctone di piante da frutto come susino, melo, pero, agrumi, ciliegio, vite e fico ancora oggi conservate negli orti e nei giardini privati. Si tratta di piante che costituiscono un ampio patrimonio dell’attività agricola del passato oggi esposto al rischio di estinzione, a causa della tendenza dell’agricoltura moderna all’utilizzo di varietà selezionate per ottenere la massima produttività. Queste tendenze infatti portano a soppiantare le colture tradizionali, che si riducono nel numero complessivo di varietà coltivate, impoverendo così la biodiversità agricola.