Sta finendo quella che dovrebbe essere stata l’ultima grande ondata di freddo dell’inverno, quando ormai è a tutti gli effetti iniziata la primavera. Il freddo marzolino ha chiuso una stagione invernale che di certo si è manifestata meglio rispetto allo scorso anno.
Le sensazioni che si sono avute è che l’inverno di quest’anno abbia fatto il suo dovere, complice anche un Vortice Polare meno forte. In tal modo, le discese d’aria fredda artica hanno coinvolto a tratti l’Europa scendendo localmente fino alle latitudini mediterranee.
Non sono mancate le fasi rigide, sebbene brevi e non così rilevanti, e nemmeno i periodi con neve fino in pianura. Le nevicate si sono però avute principalmente sul Nord Italia dove gli eventi nevosi dovrebbero rappresentare una quasi normalità.
Queste parentesi di freddo si sono però alternate a fasi molto più miti, persino calde. E’ stato il caso ad esempio di febbraio, segnato nella sua seconda parte da un’ondata di caldo anomalo che ha visto segnati dei record di temperatura per il periodo.
Chi pensa sia stato un inverno normale deve purtroppo confrontarsi con i numeri, che non ammettono molta discussione. A livello nazionale, l’inverno è stato nettamente più caldo del normale, nel cosiddetto periodo della stagione meteorologica che va dal 1° dicembre al 28 febbraio.
I dati dell’istituto ISAC-CNR indicano che il trimestre invernale ha visto un’anomalia di +1,08°C, rispetto alla media del trentennio 1981-2010. Considerando tutti gli inverni da inizio registrazioni, quello di quest’anno risulta essere addirittura l’ottavo più caldo della storia.
Questi dati erano in parte inattesi e sono forse lo specchio di come il clima si stia scaldando in modo rapido. Un inverno caldo, ma non caldissimo, ci appare quasi normale. L’inverno più caldo mai registrato resta comunque quello del 2017, con un’anomalia di ben +2,13°C rispetto al periodo dal 1981 al 2010.