Pubblicato il: 14/02/2019 14:12
È online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (Gme). La newsletter si apre con un intervento di Claudia Checchi del REF-E sulla finanza sostenibile e la gestione del “rischio clima”.
“L’accordo di Parigi a fine 2015 ha definito obiettivi comuni per la protezione del clima – ha evidenziato la ricercatrice del REF-E -. Tra gli strumenti di prevenzione del cambiamento climatico, l’accordo, per la prima volta, ha riconosciuto pari dignità ai flussi finanziari rispetto ai più tradizionali strumenti di mitigazione e adattamento, fissando tra gli altri anche l’obiettivo di rendere detti flussi di investimento coerenti con il percorso di decarbonizzazione. Non sono stati tuttavia definiti vincoli quantitativi su questo aspetto”.
L’idea di base, precisa Checchi, “è che il settore pubblico da solo non possa sostenere gli sforzi e gli investimenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi, stimati solo per l’Europa in €180 miliardi aggiuntivi all’anno, e sia dunque necessario sviluppare un sistema finanziario in grado di orientare adeguatamente gli investimenti, premiando le aziende e le iniziative sostenibili dal punto di vista ambientale”.
Per questo motivo, a marzo 2018 “la Commissione Europea ha definito un Piano di azione per il finanziamento della crescita sostenibile – ha ricordato l’analista del REF-E –. Il piano include una serie di iniziative legislative su diversi aspetti, tutti incentrati sull’idea di promuovere la realizzazione di set informativi che consentano agli investitori di valutare adeguatamente il livello di sostenibilità degli investimenti”.
Uno dei punti di principale interesse è quello riguardante la misurazione dei risultati: “Questi dovrebbero essere parametrati non solo in termini di emissioni, ma anche in relazione all’uso delle risorse naturali, all’uso della terra e dell’acqua, alla biodiversità e al contributo all’economia circolare – ha spiegato Checchi –. Un punto molto dibattuto è anche l’orizzonte temporale delle valutazioni. In generale si ritiene che gli obiettivi debbano esser fissati non solo in relazione alle azioni passate ma anche, e forse soprattutto, in maniera evolutiva: i principali rischi e le opportunità si manifesteranno nei prossimi anni e le imprese devono essere valutate anche in relazione alla loro strategia e alla capacità di resilienza rispetto al cambiamento climatico e alle politiche per la sua mitigazione. Lo stesso accordo di Parigi fa riferimento all’adeguamento rispetto al percorso verso la decarbonizzazione”.
In Italia a seguito della pubblicazione dell’accordo di Parigi è stata lanciata dal ministero dell’Ambiente in collaborazione con Unep Inquiry (l’iniziativa del Programma ambientale dell’Onu per promuovere politiche a supporto della finanza per lo sviluppo sostenibile) “la costituzione del Dialogo Nazionale per la Finanza Sostenibile. L’iniziativa – ha sottolineato la ricercatrice del REF-E – ha valutato come enormi le potenzialità e maturi i tempi per la crescita della finanza sostenibile, considerando l’importanza delle esperienze già maturate e la rilevanza dei capitali già investiti nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica”.
A questo punto la domanda è: cosa ci si aspetta? “Le iniziative della Commissione dovrebbero portare a una revisione della Direttiva sulle informazioni non finanziarie nel corso del 2019. Tuttavia lo sviluppo di strumenti e mezzi per la finanza sostenibile rimane a oggi un ambito guidato prevalentemente da iniziative private e volontarie”, ha osservato Checchi.
“Il cambiamento culturale alla base della diffusione della finanza sostenibile, e più in dettaglio di una più attenta valutazione del rischio climatico da parte degli investitori, potrebbe essere solamente una delle tante rivoluzioni che la sfida ambientale impone oggi di affrontare. L’obiettivo e la speranza è tuttavia che man mano che le prospettive sul cambiamento climatico e sulle politiche per la sua mitigazione si fanno più concrete, il settore finanziario possa divenire non solo mezzo ‘passivo’ che prende atto delle trasformazioni in corso e conseguentemente ri-orienta le decisioni, ma possa invece divenire un potente alleato nella lotta al cambiamento climatico”, ha concluso l’analista del REF-E.
All’interno del nuovo numero sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities. La nuova pubblicazione Gme riporta, inoltre, come ormai è consuetudine, i dati di sintesi del mercato elettrico per il mese di gennaio 2019.
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