(ANSA) – ROMA, 29 MAR – Le mascherine “farlocche” come le
chiama l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato,
intervistato da ‘Il Messaggero’, sono una minaccia. “Il virus
corre e se ci sono in commercio dispositivi scadenti questo ha
un’implicazione diretta sia sulla protezione individuale, ma
anche sulla capacità di contenere il contagio – spiega – la
mascherina è una delle misure chiave per contrastare la
pandemia, vanno indossate perfino nelle zone bianche”.
Secondo D’Amato “c’è un tema di natura strategica che
l’Italia e l’Europa hanno abbandonato. Hanno fatto in modo che
la produzione di questi dispositivi avvenisse soprattutto in
Asia, tra la Cina e l’India. Non parlo solo di mascherine, ma
anche di guanti, calzari, visiere. Perché erano considerate a
basso valore aggiunto. Ci siamo concentrati sui distretti
dell’alta tecnologia, per esempio per i respiratori, e il resto
si è appaltato fuori. Un atteggiamento che peraltro ha fatto sì
che, almeno nella prima fase, le protezioni scarseggiassero. E,
attenzione, non è un rischio del tutto fugato – avverte – serve
una riserva strategica nazionale. L’ho anche proposto alla
Conferenza Stato-Regioni”.
A suo avviso “come per un esercito in tempo di pace, le
munizioni servono sempre, bisogna averle pronte. Non possiamo
solo dipendere dall’estero. Temo che questa non sarà l’ultima
pandemia, avere a disposizione siti di stoccaggio nazionali,
molto monitorati, impedirebbe di far arrivare grandi
quantitativi di mascherine non adatte”. (ANSA).
Fonte Ansa.it