(ANSA) – MILANO, 31 MAR – Il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, ha scritto al presidente del Consiglio, Mario Draghi, per dire che “la presa di posizione dei nostri rappresentanti alle Nazioni Unite, peraltro su un atto dalla forte valenza simbolica”, come la revoca delle sanzioni unilaterali ai paesi poveri come Cuba, “doveva essere diversa, perché era necessario rispondere con maturità politica a un’azione gratuita e generosa, che aveva salvato vite vere di italiani in carne ossa”.
Il sindaco di una delle città più colpite dalla pandemia ha deciso di scrivere a Draghi, perchè “la stima, la riconoscenza e l’affetto per i nostri Hermanos de Cuba me lo imponevano”.
“Un anno fa la Brigata Henry Reeve, con 52 medici ed infermieri cubani, è arrivata in soccorso della mia città, Crema, della mia gente, del nostro Ospedale, aggrediti e quasi piegati dalla prima ondata pandemica”, ricorda Stefania Bonaldi che aggiunge: “I sanitari cubani si sono presentati in una notte di marzo dalle temperature rigidissime, in maniche di camicia, infreddoliti ma dignitosi. Avevano attraversato l’Oceano per condividere un dramma che allora ci appariva quasi senza rimedio e le giornate si consumavano in un clima di morte. Anche oggi è così, ma dodici mesi fa il nemico era oscuro e sembrava onnipotente, la scienza non aveva ancora trovato le contromisure. Oggi vediamo la luce, allora eravamo in un racconto dall’esito incerto”.
Per questa e altre considerazioni, il sindaco di Crema ritiene che “il nostro Paese, pochi giorni fa, abbia violato in modo grave codici di civiltà decisivi, come la riconoscenza, la lealtà, la memoria, la solidarietà”.
“Chiedo a lei, signor Presidente – conclude Stefania Bonaldi – di fare giungere un positivo gesto istituzionale e un grazie ai nostri fratelli cubani, un atto che, dopo l’improvvida presa di posizione, li rassicuri sul nostro affetto e la nostra vicinanza, che apra la strada a un consolidamento dell’amicizia e che permetta alla democrazia di guadagnarsi una possibilità”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it