Di psoriasi ne soffrono, in Italia, circa 2 milioni di persone. Ma quali sono i diritti dei pazienti psoriasici e atopici nell’ambito dei servizi sanitari? E quali benefici possono derivare dal riconoscimento della loro condizione? A queste domande daranno risposta i docenti del percorso formativo gratuito online “Patient Involvment School: focus sulla psoriasi”, realizzato da Apiafco (Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza) in collaborazione con l’Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Due gli appuntamenti a tema: martedì 4 maggio si parlerà di “Diritti del paziente: i benefici derivanti dal riconoscimento della propria condizione”. Il martedì successivo, l’11 maggio, l’argomento invece sarà “I diritti dei pazienti nei confronti dei servizi sanitari”. È possibile seguire l’evento sulla piattaforma Pso-Qol (https://www.pso-qol.it). I moduli tematici sono parte integrante di un più ampio percorso formativo strutturato in 8 appuntamenti a cadenza settimanale, partiti il 30 marzo e che termineranno il 18 maggio. “Dobbiamo evitare a tutti i costi che questi malati soffrano più del dovuto a causa dell’emergenza sanitaria, un rischio che purtroppo diventa sempre più evidente e concreto con il prolungarsi delle misure adottate in ambito sanitario – mette in guardia la presidente di Apiafco Valeria Corazza – Per farlo, è necessario ricondurre le opportune e legittime restrizioni nell’alveo della proporzionalità e, soprattutto, della non discriminazione: i pazienti con malattie croniche, come ad esempio la psoriasi, devono poter essere ascoltati, assistiti e curati come ogni altro malato; devono godere di protezioni adeguate rispetto al loro stato di salute; devono poter accedere in tempi ragionevoli alle terapie, pena l’acuirsi di disagi di varia natura”.
Per Corazza, “la mancanza di contatto diretto con il proprio dermatologo e aderenza alle terapie è causa di stress e tensioni che influiscono negativamente sui pazienti, determinando un peggioramento della patologia in termini sia di tipologia di sintomi che di estensione della malattia. Senza contare che lo status di malato cronico non di rado si somma a quello di malato Covid, a causa di fragilità che espongono maggiormente al virus. In altre parole: una battaglia combattuta su due fronti, un’emergenza nell’emergenza”.
Fonte Ansa.it