(ANSA) – CATANIA, 16 APR – Il Gip di Grosseto, su conforme
parere della Procura, ha archiviato l’inchiesta sul suicidio di
Alberto Dettori, il maresciallo dell’Aeronautica in servizio al
radar di Poggio Ballone la sera del 27 giugno 1980, quando
l’aereo di linea Douglas DC-9-15 dell’Itavia, decollato da
Bologna e diretto a Palermo, si squarciò in volo all’improvviso
e cadde in mare tra Ustica e Ponza: 81 furono le vittime. Il
fascicolo era stato aperto dopo un esposto presentato, il 16
dicembre del 2016, dalla famiglia del sottufficiale e
dall’associazione antimafie ‘Rita Atria’, assistiti
dall’avvocato Goffredo D’Antona, del foro di Catania, che ha
reso nota la decisione del Giudice per le indagini preliminari
toscano. La loro tesi è che il maresciallo sia stato ucciso e non si sarebbe suicidato, “non lo avrebbe mai fatto” , ha sempre
sostenuto la figlia Barbara, sottolineano che suo padre “amava
troppo la vita e soprattutto la sua famiglia”.
In una nota dell’associazione antimafie ‘Rita Atria’,
diffusa nel giorno della denuncia, tra l’altro, si ricordava che
il maresciallo Dettori nei giorni successivi al 27 giugno 1980,
chiamò il capitano Mario Ciancarella, radiato dall’Aeronautica
nel 1983, dicendogli: “Siamo stati noi”. Sempre secondo
l’associazione, Dettori avrebbe detto ai propri familiari: “Sta
scoppiando la terza guerra mondiale”, chiudendosi poi nel
silenzio assoluto sulla vicenda fino alla sua morte. “La famiglia Dettori e l’associazione antimafie Rita Atria –
si legge in una dichiarazione congiunta – continueranno,
nonostante tutto e soprattutto alla luce dei nuovi atti
processuali, a sostenere il non suicido del Maresciallo Dettori.
Continueremo questa battaglia, in tutte le sedi, per la
ricerca non della Verità perché questa appare evidente a chi
non ha paura di vederla, ma per la Giustizia.
L’associazione antimafie Rita Atria e la famiglia Dettori
ringraziano chi è stato sempre a loro fianco in questa loro
battaglia ed il loro avvocato Goffredo D’Antona”. (ANSA).
Fonte Ansa.it