(ANSA) – OLBIA, 20 APR – “Proroga degli ammortizzatori
sociali almeno al 31 dicembre, per consentire una soluzione
imprenditoriale diversa dalla chiusura”. L’hanno chiesto i
sindacati ai vertici aziendali di Air Italy e ai liquidatori
della società durante il confronto odierno sul licenziamento di
1.383 dipendenti. Ma è stata fumata nera. “Prendiamo atto
dell’indisponibilità dei liquidatori ad accedere alla proroga”,
riferisce il segretario regionale della Filt Cgil, Arnaldo
Boeddu. “Indisponibilità ad un altro periodo di cassa
integrazione”, conferma Marco Bardini, segretario regionale
dell’Anpav.
La motivazioni? “Mancanza di mandato dalla proprietà, risorse
per l’eventuale proroga, mancanza di un quadro normativo per
accedere alla Cig”, spiega Boeddu che però ricorda: “sottosegretari e viceministri confermano che, se richiesto, un
ulteriore periodo di cassa integrazione verrebbe accordato”.
“Senza un atto di responsabilità dell’azienda e della proprietà,
dal 30 giugno 1.383 famiglie non avranno alcun sostegno al
reddito”, rincara Bardini.
Quanto alle manifestazioni di interesse per acquisire i rami
d’azienda aviation e non aviation, “dicono che nessuna si è
concretizzata e che loro non ne hanno rifiutato alcuna”,
riassume Boeddu.
“Dato che la liquidazione avrà tempi lunghi, chiediamo che
non venga formulata istanza all’Enac di cancellazione del
Certificato di operatore aeronautico – chiede Bardini – in
attesa di manifestazioni di interesse per i residui asset della
compagnia”. Boeddu avverte che “senza accordo in sede aziendale,
chiederemo il confronto al Ministero del Lavoro”. Bardini
sottolinea che “questa vertenza è la principale crisi
industriale in atto in Sardegna e Lombardia, perciò il silenzio
delle istituzioni locali è inaccettabile”. Ecco perché ,
ribadisce, “il 26 aprile manifesteremo a Cagliari, davanti a
Villa Devoto, chiedendo al presidente Christian Solinas e agli
assessori competenti di riceverci”. (ANSA).
Fonte Ansa.it