A Yangon, la principale città della Birmania, è tornata in strada la protesta contro la giunta militare che ha preso il potere il primo febbraio. I manifestanti hanno marciato mostrando il gesto delle tre dita, diventato un simbolo di ribellione, per esortare i leader della regione asiatica a “stare dalla parte del popolo birmano”, alla vigilia del fine settimana del vertice Asean, a cui prenderà parte anche il leader della giunta, Min Aung Hlaing.
La sua partecipazione all’appuntamento dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico è fortemente criticata anche dal governo di unità nazionale, una sorta di esecutivo ombra composto da tutti i partiti che si oppongono alla giunta, in cui figura come consigliere di Stato la ex leader Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace. “In linea di principio – si legge in un comunicato del governo di unità nazionale, firmato da Dr.
Sasa, indicato come ministro della Cooperazione internazionale e portavoce – sono benvenuti i vertici che possono contribuire a una soluzione della profonda crisi della Birmania, ma difficilmente sono utili dei vertici che escludono il popolo della Birmania e includono il capo assassino Min Aung Hlaing, che sta uccidendo la gente birmana”. Secondo i dati aggiornati a ieri della Assistance Association for Political Prisoners (Burma), dal colpo di stato del primo febbraio 739 persone sono state uccise in violenti scontri.
Fonte Ansa.it