(ANSA) – ROMA, 24 APR – Nell’anno della pandemia, abbiamo
scelto la pasta un po’ ovunque in tutto il mondo con un consumo
medio pro capite che negli Usa si attesta a 9 Kg l’anno e in
Germania a 3,5 Kg. Secondo una ricerca internazionale 1 persona
su 4 ne ha aumentato il consumo durante i mesi di lockdown,
scegliendola come “piatto del cuore”, buono, sano, pratico e
sostenibile (Fonte: ricerca Doxa per UIF e Agenzia Ice). Un
pool di tre esperti (Elisabetta Bernardi, Erminio Monteleone,
Maria Rescigno) in un forum online promosso in collaborazione
con Gruppo Barilla svela i perché della scienza a questo
successo globale: le nostre papille gustative sono “programmate”
per amare piatti a base di pasta come carbonara o spaghetti al
pomodoro. Inoltre, una forchettata di pasta attiva gli ormoni
del benessere che ci danno felicità. Un primo indizio arriva dal
suo profilo nutrizionale, recentemente fotografato da uno studio
pubblicato sulla rivista Nutrients e presentato all’ultimo
congresso della Sinu (Società italiana di Nutrizione Umana). Al
netto delle differenze tra le varie tipologie (tradizionale,
integrale, arricchita, etc), la pasta è un alimento ricco di
amido (il 70-75%) e che possiede in media il 12-13% di proteine.
Inoltre, contiene anche vitamine del gruppo B (in particolare la
B1, che contribuisce al processo di conversione del glucosio in
energia) e sali minerali, fra i quali spicca il potassio, e
minime quantità di grassi (tra 0,3 e 2 grammi). La pasta piace
anche perché il suo consumo favorisce la sintesi di insulina,
che, a sua volta, facilita l’assorbimento del triptofano,
l’amminoacido precursore della serotonina, che regola la
sensazione di benessere. Insomma, la pasta accende meccanismi
che agiscono sul nostro umore, rendendoci più felici. “La
relazione tra cibo e umore è complessa e dipende da molte
variabili – spiega Elisabetta Bernardi, divulgatrice scientifica
e nutrizionista dell’Università di Bari. È vero che il
triptofano è contenuto anche in altri alimenti più ricchi di
proteine, ma quando mangiamo una bistecca o del pesce il
triptofano compete con altri amminoacidi di grandi dimensioni
per essere assorbito dal cervello. Quando invece scegliamo un
piatto di pasta, ricca di carboidrati, il triptofano può andare
velocemente al cervello grazie all’azione dell’insulina, mentre
gli amminoacidi ‘rivali’ vengono assorbiti dalle cellule dei
tessuti.” (ANSA).
Fonte Ansa.it