(ANSAMed) – BEIRUT, 27 APR – Sale a 130 morti il bilancio
dell’incendio divampato nella notte tra sabato e domenica scorsi
in un ospedale covid di Baghdad, in Iraq. Lo riferisce la
Commissione governativa irachena per i diritti umani,
aggiornando il precedente bilancio di 82 morti e 110 feriti.
La stessa commissione afferma nella sua relazione resa
nota nelle ultime ore che moltissimi corpi carbonizzati sono di
difficile identificazione.
Dai primi risultati dell’inchiesta in corso è emerso che
l’incendio è scoppiato accidentalmente nell’ospedale Ibn Khatib
di Baghdad a seguito dell’esplosione di una bombola d’ossigeno
nel reparto covid in quel momento affollato di pazienti. Secondo
la Commissione, l’area non era però piena solo di pazienti ma
anche di loro familiari in visita, “una flagrante violazione
delle più basilari norme anti-covid”, si legge nella relazione.
Inoltre, si afferma, è stato rivelato che alcuni
visitatori avevano introdotto nelle stanze dei pazienti fornelli
a gas per cucinare del cibo. La stessa commissione governativa
afferma che “l’attrezzatura antincendio presente nell’ospedale
non è stata utilizzata perché le persone non erano a conoscenza
di dove fosse conservata”. Nel testo della relazione si legge
inoltre che molti pazienti sono stati soccorsi da conoscenti e
familiari, piuttosto che da squadre di protezione civile.
“La squadra della protezione civile è arrivata sul luogo
dell’incendio un’ora dopo”, si legge nella relazione mentre il
portavoce del ministero degli Interni, il maggiore generale
Khaled al-Muhanna, aveva affermato domenica che la squadra era
arrivata “tre minuti dopo lo scoppio dell’incendio”.
Al termine della relazione, basata su indicazioni non
definitive, la Commissione afferma che “emerge una evidente
carenza nel livello di fornitura di servizi sanitari ai
cittadini e una flagrante violazione dei diritti umani, in
particolare il diritto all’assistenza sanitaria, da parte delle
agenzie governative rappresentate dal Ministero della Salute e
dall’amministrazione ospedaliera”. (ANSAMed).
Fonte Ansa.it