Le mani dei robot si preparano a stringere quelle umane in modo più sicuro, grazie all’applicazione di una nuova legge della fisica sull’attrito. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Materials dai ricercatori dell’Università di Stato americana della Carolina del Nord, coordinati da Lilian Hsiao. Secondo gli esperti, dovrebbe fare progredire una vasta gamma di tecnologie robotiche, da quelle adoperate nelle catene di assemblaggio delle fabbriche alla medicina riabilitativa e la telechirurgia.
La nuova legge, spiegano gli autori dello studio, si applica quando due superfici solide entrano in contatto, con un sottile strato di fluido in mezzo. Come nel caso dell’attrito che si genera quando si strofinano le dita, con il fluido rappresentato dal sottile strato di olio naturale sulla pelle. Un meccanismo che aiuta a tenere ben stretto un oggetto, senza farlo cadere.
“Per un essere umano si tratta di qualcosa d’intuitivo, basti pensare a quando si maneggiano piatti insaponati. Diventa più difficile, invece, tenerne conto quando si sviluppano materiali che controllano le capacità di presa nei robot”, precisa Hsiao.
Nel caso delle tecnologie robotiche questa legge dell’attrito entra in gioco ad esempio quando mani robotiche afferrano un oggetto, in particolare in ambienti umidi. “Il nostro lavoro – spiega Hsiao – apre le porte alla creazione di dispositivi robotici più affidabili e funzionali, in applicazioni come la telechirurgia, in cui i chirurghi controllano a distanza dispositivi robotici, e il manifatturiero. Un’occasione – conclude – per lo studio del tatto nei sistemi sintetici”.
Fonte Ansa.it