ROMA – Giù il sipario sulla prima sessione di Pole Position, il progetto realizzato dal team e-Mobility di Stellantis e l’Unione Nazionale Autoscuole (Unasca), il cui obiettivo è quello di accelerare il più possibile la diffusione fra i giovani di una cultura votata alla mobilità elettrica. Il progetto è quindi rivolto agli istruttori delle autoscuole, ai quali è dunque affidato il compito di diffondere specifici moduli di training sviluppati dagli esperti di Stellantis in materia non solo di mobilità elettrica, ma anche di connettività e guida autonoma. La cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai primi 40 istruttori nazionali di autoscuole coinvolti nel progetto Pole Position, che si è svolta a nell’e-Village Stellantis di Torino, è stata preceduta da un test drive a bordo delle vetture elettriche e ibride del Gruppo.
“La collaborazione nel progetto Pole Position è l’ulteriore conferma che la nostra azienda crede nei giovani e nel loro potenziale, ritenendo fondamentale formarli sui cambiamenti in atto nel settore automotive, dialogando con loro e ascoltandone le necessità, le abitudini e i desideri”, ha dichiarato Roberto Di Stefano, CEO di Free2Move eSolutions e Responsabile e-Mobility di Stellantis.
Partita a febbraio, la prima fase del progetto Pole Position ha previsto un “pacchetto formativo sull’e-Mobility” incentrato su tecnologia di base, modalità di ricarica, stili di guida, caratteristiche specifiche dell’elettrificazione, manutenzione e sicurezza. Insomma, una sorta di “formazione dei formatori” rivolta a 60 esperti di UNASCA, i quali hanno ora il compito di rivolgersi agli oltre tremila istruttori distribuiti sul territorio nazionale che poi, a loro volta, diffonderanno le informazioni apprese ai giovani in procinto di ottenere la patente di guida.
“E’ importante aggiornare gli istruttori di guida sulle nuove forme di mobilità”, spiega Emilio Patella, Segretario nazionale Unasca. “Dobbiamo tutti insieme contribuire a un cambio di mentalità per fermare il cambiamento climatico in corso. Oltre allo sforzo della ricerca e dei costruttori, occorre l’impegno per cambiare i programmi di esame per conseguire la patente e la mentalità dei nuovi conducenti”. (f.p.)
Fonte www.repubblica.it