(ANSA) – MILANO, 19 MAG – Si è chiuso con una condanna a un
anno e mezzo, con pena sospesa e non menzione, il primo e unico
processo celebrato davanti al Tribunale di Milano nel quale una
ragazza, ora di circa 25 anni, è finita imputata con le accuse
di atti persecutori e violenza privata aggravati, per essersi
spacciata per “curatore” nell’ambito della cosiddetta “Blue
Whale Challenge” e per aver costretto, tramite i ‘social’, una
minorenne di Palermo a infliggersi alcuni tagli sul corpo e ad
inviarle le foto, come primo step delle 50 prove di coraggio.
A deciderlo è stato oggi il giudice monocratico della nona
sezione penale Angela Martone. (ANSA).
Fonte Ansa.it