(ANSA) – ANCONA, 20 MAG – La Regione Marche già da mesi sta
affrontando il problema delle macerie, specie quelle private,
attraverso un lavoro sinergico che si sta sviluppando in
collaborazione con la struttura commissariale, l’Arpam, il
Servizio ambiente della Regione e le associazioni di categoria.
Si tratta di più di 4 milioni e.200mila tonnellate di materiale,
un quantitativo quadruplo rispetto a quello relativo alle
macerie pubbliche cioè quelle derivate dal collasso di edifici
di proprietà pubblica o pregiudizievoli della pubblica
incolumità.
La sfida è quella di applicare i dettami dell’economia circolare
al ciclo della lavorazione delle macerie, alimentando un sistema
virtuoso, non solo in termini impiantistici ma anche di
incentivi che premino il riutilizzo degli aggregati riciclati.
“Si tratta di un risultato – evidenzia l’assessore regionale
alla Ricostruzione Guido Castelli – che potrà essere raggiunto
solo con la cooperazione di tutti e con il sostegno del Governo
e del Parlamento, organi ai quali compete l’adozione di norme di
rango nazionale necessarie per centrare gli obiettivi già
citati. Proprio in questi giorni, si stanno registrando
segnalazioni che destano forti preoccupazioni in particolare
nell’area del Maceratese: i siti di deposito e di lavorazione
del materiale proveniente dalla demolizione degli edifici
privati si stanno avvicinando a livelli di saturazione.
Purtroppo il Parlamento ha ritenuto di non prorogare la
possibilità di aumento del 50%, rispetto ai limiti autorizzati, del quantitativo di macerie private stoccabili nei siti di
riferimento. La deroga, introdotta dall’art.28 bis, comma 2 del
Decreto 189/2016, è scaduta lo scorso 31 dicembre 2020 ma il
decreto Milleproroghe ha ritenuto di prorogare solo quella
relativa agli impianti abilitati allo stoccaggio di macerie
pubbliche. Non per gli altri che ora, appunto, sono andati in
sofferenza. Per questi motivi – sottolinea Castelli – chiediamo
che il Governo e il Parlamento, con urgenza, dispongano
l’estensione della deroga agli impianti deputati alla gestione
delle macerie private, possibilmente elevando il limite previsto
all’art. 28-bis sino almeno al 75%. (ANSA).
Fonte Ansa.it