Rischia di saltare l’intesa che sabato sera sembrava essere stata raggiunta dopo giorni di protesta dei pastori sardi in lotta per il riconoscimento di un equo prezzo del latte ovino. Stamane un camion-cisterna che trasportava circa 10.000 litri di latte è stato bloccato da alcuni pastori mentre percorreva la Statale 292, nel comune di Cuglieri, e il latte che trasportava è stato riversato sull’asfalto. L’episodio ha subito riacceso l’allarme e ora c’è grande attesa per quanto potrà accadere domani mattina, quando dovrebbero riaprire alcuni caseifici che avevano bloccato la produzione. Tra cui c’è quello della Cao, la Cooperativa allevatori ovini, che alle porte di Oristano ha il proprio stabilimento, uno dei più grandi della Sardegna, capace di lavorare 180 mila litri di latte al giorno.
La cooperativa, a cui aderiscono ben 800 allevatori, aveva bloccato la produzione la scorsa settimana in segno di solidarietà. Anche alcune sue autocisterne erano state fermate dai pastori e il latte riversato per strada.
Ora il rischio è che la protesta possa riprendere, dopo solo poche ora di tregua. Diversi pastori, specie attraverso le piattaforme social, stamane hanno manifestato il loro malcontento per i 72 centesimi a litro come acconto sul latte conferito previsti dall’intesa raggiunta ieri sera a Cagliari col ministro delle politiche agricole Centinaio. A questo proposito la Coldiretti regionale ha chiesto che nell’accordo sia inserita una clausola che garantisca di raggiungere col conguaglio, l’obiettivo di un euro a litro per il prezzo del latte pagato ai pastori da parte degli industriali, diretti beneficiari delle consistenti misure di sostegno per 49 milioni di euro messe in campo da governo centrale e Regione.
L’acconto iniziale di 72 centesimi al litro è peraltro motivo di insoddisfazione perché – sottolinea la Coldiretti – si trova sotto i costi variabili medi di produzione certificati dal recente studio Ismea elaborato per far luce sulla crisi del settore. Secondo la Coldiretti regionale non mancano però risvolti positivi nell’accordo, come la volontà di inserire la presenza dei pastori nell’amministrazione del Consorzio di Tutela, con l’attuale gestione che, a detta dell’associazione, si è dimostrata inadeguata nello svolgere i compiti di valorizzazione, e la nomina di un prefetto per verificare eventuali errori e violazioni ma anche per controllare la legalità delle operazioni di ritiro del pecorino da destinare agli indigenti con le risorse pubbliche.
Importante – precisa la Coldiretti sarda – è anche l’impegno per il passaggio delle quote di produzione ai pastori e il monitoraggio del rispetto dei livelli produttivi di produzione il cui superamento è stata la causa principale della crisi.
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