Con il recente lancio della Tianhe-1, primo modulo che andrà a comporre la stazione spaziale orbitante dal nome Tiangong entro la fine del 2022, la Cina conferma la sua volontà ferrea di imporsi come protagonista nella futura corsa allo spazio.
Le motivazioni che hanno spinto la Cina a lanciare l’ennesima Stazione (la terza, in ordine cronologico), frutto di un progetto scientifico estremamente costo, derivano dal desiderio di condurre ricerche scientifiche e tecnologiche per ottenere in cambio prestigio internazionale e vantaggi economici dalle eventuali scoperte.
Stando ai progetti esecutivi, la Tiangong sarà una stazione molto piccola, che avrà una ridotta capienza per gli astronauti. Questo è giustificato dal fatto che a differenza del ISS, che è il frutto degli investimenti di tutte le super potenze mondiali, le stazioni spaziali della Cina sono interamente auto finanziate.
Tuttavia, la ISS verrà chiusa definitivamente nel 2024 e non sarà sostituita se non dopo un po’ di anni dal Lunar Gateway, un piccolo avamposto orbitante attorno alla Luna. Questo getta una leggera ombra di inquietudine sullo scacchiere internazionale.
Le preoccupazioni sono infatti quelle di lasciare alla Cina, fino al lancio del Lunar Gateway, il monopolio dei rifornimenti orbitanti, esponendo la ricerca e addirittura il Mondo a pericoli derivanti da una possibile riconfigurazione in armi di questi moduli, oltre che possibili sonde spia.
In tal senso, Pechino ha già affermato che si aprirà alla collaborazione internazionale, con lo scopo di riuscire a ricucire tutti gli strappi presenti con gli altri paesi – come il recente battibecco con la NASA a seguito del razzo cinese fuori controllo che si è schiantato nell’Oceano Indiano – per aprire le porte di una collaborazione il cui unico fine sarà quello di aumentare la conoscenza dell’umanità sullo spazio.
In quest’ottica è facile dunque apprezzare le dichiarazioni dell’ente spaziale cinese di essere disposto ad ospitare equipaggi e progetti non cinesi, contemporaneamente aprendo un programma di allenamento congiunto fra astronautici cinesi e dipendenti dell’ESA mentre nel frattempo, la NASA, sta continuando a supportare società private operanti nello spazio che stanno lanciano i propri progetti orbitali, dichiarando al contempo che è in corso di valutazione il prolungamento in orbita della ISS, sebbene solo se gli scienziati riusciranno ad eliminare alcuni problemi relativi all’usura.
Insomma, il nuovo ruolo della Cina nel progetto spaziale, lungi dall’essere un segnale negativo, potrebbe comportare un grande potenziamento delle scoperte scientifiche e quindi un esito positivo per tutto il movimento spaziale. Il paese sta dimostrando buona volontà e nobiltà di intenti. Questo potrebbe portare dunque ad un aumento di collaborazione fra Stati con una grande diminuzione dei costi, aprendo una nuova era di pace e prosperità che vedrà la scienza al primo posto nei pensieri umani.