Non si tratta di proibizionismo, ma di vietare la pubblicità -spesso anche ingannevole- esattamente come si fa per le sigarette. In questo modo diminuirà anche il gioco illegale
Il divieto della pubblicità al gioco d’azzardo inserito nel decreto Dignità per contrastare la piaga dell’azzardopatia non è proibizionismo. Lo afferma il ministro al Lavoro e allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, rispondendo su facebook ad una lettera aperta pubblicata a pagamento sul Corriere della Sera dal rappresentante in Italia di una società svedese del gioco d’azzardo online, Niklas Lindhal. Di Maio sostiene di avere il dovere di tutelare la salute e la qualità della vita dei cittadini e garantisce che lo farà fino in fondo perché gli unici a cui deve rendere conto sono gli italiani. Quindi assicura che non tornerà indietro: “Anzi – aggiunge – se come credo riscuoteremo successo, proporrò che la stessa legislazione venga applicata in tutti i Paesi dell’Unione Europea”. “Prima di tutto – scrive Di Maio – è completamente fuorviante parlare di proibizionismo. Quello che viene vietato è la pubblicità a un prodotto o servizio, non il prodotto in sé. La logica che viene applicata è quella che ha portato al divieto della pubblicità sulle sigarette. Non è stata vietata la vendita, ma la sua sponsorizzazione e la strategia ha funzionato”. Secondo Di Maio, “meno pubblicità al gioco d’azzardo legale, farà diminuire anche il ricorso a quello illegale. La martellante pubblicità sul gioco d’azzardo, anche utilizzando testimonial ultra famosi, ha come effetto un generale aumento del desiderio di giocare d’azzardo, causando anche un indiretto aumento delle giocate ‘non autorizzate'”. “Il fenomeno principale che voglio debellare con questa norma – spiega il ministro – è l’azzardopatia. Se è vero che le entrate fiscali derivanti dal gioco valgono svariati miliardi, è anche vero che i costi sociali dell’azzardopatia in Italia sono quasi altrettanti. E’ un gioco quasi a somma zero per lo Stato che incassa da una parte i soldi che poi deve spendere dall’altra. I malati d’azzardo in Italia sono circa un milione. Un milione di famiglie in cui la serenità e la tranquillità economica non esistono più. E io come ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali devo pensare innanzitutto ai cittadini, alla loro salute e alla loro qualità di vita. Tra il profitto di una società e la felicità di una famiglia, non esito un attimo a scegliere la seconda”.
“So che ci sono tante persone che vengono pagate fior di quattrini per fare pubblicità al gioco, così come ce ne erano tante che venivano pagate profumatamente per fare pubblicità al fumo – fa notare Di Maio – Una volta che la pubblicità al fumo è stata vietata, quelle persone hanno fatto da testimonial per altri prodotti o servizi, continuando ad essere lautamente pagati. E’ lo stesso che accadrà con chi sponsorizza l’azzardo. Ma ne approfitto per sensibilizzare questi vip: non prestatevi più a questa propaganda, pensate a quel milione di famiglie distrutte dall’azzardopatia”.
“La nostra Costituzione – dice ancora Di Maio – mette la persona al centro e recita che ‘e’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana’. Per me l’azzardopatia è un ostacolo ed è mio compito rimuoverlo e abbiamo individuato il divieto della pubblicità all’azzardo come strumento.
Fonte: AGI