Dal 19 al 25 giugno il perimetro esterno dell’Abbazia di Valserena alle porte di Parma sarà lo
scenario monumentale de La vita è sogno di Lenz Fondazione, creazione site-specific di Maria
Federica Maestri e Francesco Pititto a conclusione del progetto quadriennale Il Passato imminente
realizzato per Parma Capitale Italiana della Cultura 2021.
Il Passato imminente consiste nell’installazione performativa contemporanea di opere di Pedro
Calderón de La Barca: i grandi autos sacramentales Il grande teatro del mondo (2018) e La vida es
sueño (2019) allestiti negli spazi del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma; i tre soli Flowers
like stars?, Hipógrifo violento e Altro stato (invitato alla Biennale Teatro di Venezia 2021) ambientati
nei magnifici spazi di origine industriale di Lenz Teatro e infine nel 2021 La vita è sogno, che verrà
installata nel paesaggio storico-rurale dell’Abbazia di Valserena, nota comunemente come Certosa
di Paradigna, monumentale abbazia cistercense fondata nel 1298, dal 2007 sede dello CSAC – Centro
studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma.
La vita è sogno sarà agita scenicamente dall’ensemble di attori sensibili che Lenz ha reso da molti anni
protagonisti del proprio linguaggio: Barbara Voghera, Paolo Maccini, Carlotta Spaggiari, Tiziana
Cappella, interpreti della creazione insieme a Sandra Soncini, Valentina Barbarini, Antonio Bocchi,
ai performer adolescenti Lorenzo Davini, Daniel Gianlupi, Agata Pelosi, e ai cantanti Debora
Tresanini (soprano), Eva Maria Ruggieri (contralto), Davide Zaccherini (tenore) impegnati
vocalmente nei corali e nelle arie della Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, in dialogo
con il paesaggio sonoro creato dal compositore elettronico Claudio Rocchetti. Le lunghe fasi
laboratoriali preparatorie alla messa in scena hanno visto impegnati nei percorsi formativi utenti dei
Gruppi di Automutuoaiuto e del SERD servizio dedicato alle dipendenze e giovani della Casa della
Salute del Bambino e dell’Adolescente dell’AUSL di Parma.
Scrive Francesco Pititto, autore della drammaturgia e dell’imagoturgia: «Nel nuovo allestimento di
giugno, all’Abbazia di Valserena, come già nei due autos sacramentales Il grande teatro del mondo e
La vida es sueño in site-specific al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma l’attore sensibile –
insieme a performer adolescenti e anziani – diventa figura centrale della drammaturgia, della mise en
site, del senso profondo del dramma teologico-filosofico. Già negli autos, la presenza poetica delle
figure del Povero e dell’Uomo prefiguravano il protagonista Sigismondo in duplice veste di
Lenz Fondazione Via Pasubio 3/e 43122 Parma Italia T + 39 0521 270141 [email protected] www.lenzfondazione.it uomo/bambino. Nel dramma, di nuovo, i temi dell’illusione, del tempo mortale “dalla culla alla tomba” e del “libero arbitrio” sono sviluppati secondo la visione privilegiata della sensibilità innocente,
dell’atto non mediato, della parola che si presenta come suono ancor prima di definirsi nel senso».
«La trasposizione spaziale dei molteplici campi concettuali, emozionali, morali manifestati nella
Fabbrica monumentale dell’Abbazia di Valserena darà volume plastico all’oscillazione drammaturgica
tra realtà e sogno, tra libertà e costrizione, tra autodeterminazione e destino» riflette Maria Federica
Maestri, responsabile di regia, installazione e costumi «Ad interpretare la complessità dell’opera sono
chiamati gli attori sensibili, le attrici storiche di Lenz e i performer bambini, guardiani di un perimetro
estetico che reclama la bellezza fredda del margine, la potenza languida della perdita, la fisica secca
del dolore. Attraverso le molteplici forme artistiche – installazioni, performance, videoproiezioni,
drammaturgie musicali tra barocco, moderno e contemporaneo – questa dimensione perturbante,
rumorosa, disorganica, scapigliata, si espanderà oltre i confini del soggetto e si trasfonderà in un
nuovo tempo comune svincolato dalle convenzioni e dalle norme sociali, necessario ad immaginare, o a
sognare, come nel caso del giovane protagonista, una possibile trasformazione poetica e politica
dell’identità collettiva».
Ne La vita è sogno il protagonista – il principe Sigismondo – vive rinchiuso in una torre, escluso fin
dalla nascita dal consorzio umano, poiché destinato da un disegno astrale ad essere malvagio. Il padre-re
decide di mettere il giovane principe alla prova del mondo e per avere la certezza che il figlio sia capace
di perseguire il bene, e quindi di succedergli al trono, restituisce al figlio la libertà. Temporaneamente
reinserito nella partita sociale, tramite un sonno artificiale, il principe dovrà dimostrare di saper
rovesciare il proprio destino. Risvegliatosi nel palazzo, Sigismondo si rivela incapace di controllare
istinti e desideri, di mantenere comportamenti appropriati nei confronti dell’autorità, di attenersi al
rispetto delle norme, delle regole e delle leggi, di percepire la differenza tra bene e male. Confermando
così il presagio astrale, sarà nuovamente condannato alla reclusione nella torre e all’emarginazione
sociale. Solo il popolo, in contrasto aperto con le decisioni del re, intuirà la natura sovversiva del
principe e lo porterà alla testa dell’esercito per abbattere il vecchio potere. Sperimentata la violenza
sanguinosa del reale e la pericolosità del caos, il principe sceglie di assolvere le colpe del padre, e
dissolto il conflitto umano e politico, decide di restaurare le antiche gerarchie mettendo fine al sogno
della rivoluzione.
La vita è sogno sarà al centro della sezione estiva della venticinquesima edizione del Festival Natura
Dèi Teatri, la prima delle molte a venire totalmente interpretata dalle opere performative e visuali di
artiste di diverse generazioni e provenienze e dalle riflessioni di curatrici e studiose della scena
contemporanea.