La listeria è un batterio che ha diffuso in Europa un focolaio, attivo dal 2015, che solo il mese passato ha fatto segnare 47 casi e ben 9 decessi. Si trasmette a uomo e animali attraverso il consumo di cibo contaminato
Si allargano a macchia d’olio, in Europa, i ritiri di prodotti alimentari surgelati, a seguito del possibile rischio di contaminazione da Listeria. Il pericoloso batterio, di cui è in corso un’epidemia dal 2015 che nel vecchio continente ha causato 47 casi e 9 decessi, ha costretto aziende come Findus e Lidl a togliere dal mercato in via precauzionale diversi prodotti surgelati a base di mais e verdure.
Lotti di minestrone Findus e lotti di verdure e mais Lidl sono stati ritirati, come rendono noto le aziende sui propri sito web. “Al momento non risultano focolai di Listeria in Italia ed il ritiro dei prodotti sono effettuati in via precauzionale”. Lo spiega il ministro della Salute Giulia Grillo: “Sto seguendo con la massima attenzione la vicenda del batterio Listeria. I miei uffici hanno subito predisposto tutti i controlli e le misure necessarie”. I ritiri fanno seguito a una segnalazione di allerta europea proveniente dall’Ungheria. La Listeria é resistente alle basse temperature e, ricorda il ministro, viene inattivato con la cottura.
Ma che cos’è la listeria? La Listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l’uomo e gli animali. Seppur rara, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità, spiega L’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
In Europa è in atto un’epidemia di Listeria monocytogenes che va avanti dal 2015 e che solo il mese passato ha fatto segnare 47 casi e ben 9 decessi. Il focolaio ha già colpito l’Austria, la Danimarca, la Finlandia, la Svezia e il Regno Unito, tanto da mobilitare gli esperti comunitari che hanno sequenziato l’intero genoma per identificare la fonte di cibo, che inizialmente si pensava fosse limitata al mais congelato. La scoperta è che gli stessi ceppi di listeria sono stati rilevati nelle verdure surgelate prodotte dalla stessa azienda ungherese nel 2016, 2017 e 2018.
Il 29 giugno 2018, l’Ufficio ungherese per la sicurezza della catena alimentare ha vietato la commercializzazione di tutti i prodotti ortofrutticoli congelati e surgelati prodotti tra agosto 2016 e giugno 2018 e ha ordinato il ritiro immediato. Quest’ultima misura è in grado di ridurre significativamente il rischio di infezioni umane e contenere l’epidemia. L’attività di congelamento nello stabilimento è stata interrotta.
La Listeria si ritrova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali, tra cui bovini, ovini e caprini, possono essere portatori del batterio. Il consumo di cibo o mangime contaminato è la principale via di trasmissione per l’uomo e gli animali. Le infezioni possono verificarsi anche attraverso il contatto con animali o persone infetti. La cottura a temperature superiori a 65 gradi uccide i batteri, tuttavia il batterio Listeria può essere presente in diversi alimenti pronti e, a differenza di molti altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra i 2 e i 4 gradi).
I sintomi variano, da lievi sintomi simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali. Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario. Negli animali come ovini e caprini, la listeriosi può causare encefalite, aborto o mastite. Gli animali possono anche essere portatori dei batteri senza ammalarsi. Listeria monocytogenes può essere presente in molti alimenti, tra questi: pesce affumicato, carne, formaggi (in particolare formaggi a pasta molle) e ortaggi crudi.
Per ridurre il rischio d’infezione, si raccomanda ai consumatori di cucinare a fondo le verdure surgelate non pronte al consumo, anche se tali prodotti vengono normalmente consumati senza cottura (ad esempio in insalate e frullati). Ciò vale soprattutto per i consumatori a più alto rischio di contrarre la listeriosi come anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti con basse difese immunitarie.