L’isola greca alle prese da quasi quattro anni con un serio problema di smaltimento della spazzatura, circa 4 mila le tonnellate sparse su tutto il territorio
Nell’Odissea Omero canta le meraviglie di Scheria, patria del pacifico popolo dei Feaci, in cui il naufrago Ulisse si imbattè nella bella Nausicaa “dalle bianche braccia”. Gli studiosi da lungo tempo concordano sull’identificazione di quell’isola favolosa con l’odierna Corfù, in cui tuttavia ultimamente è difficile riconoscere il fascino seducente della terra descritta dal poeta greco.
Come spiega il quotidiano online Il Post, infatti, l’isola, una delle mete turistiche più gettonate del Mar Ionio, è piena di rifiuti in decomposizione: circa 4 mila tonnellate di spazzatura sparsa in tutto il territorio. Lo scorso anno a Corfù sono state prodotte, secondo il sindaco dell’isola Konstantinos Nikolouzos, 67 mila tonnellate di rifiuti, ma si prevede che la quantità possa aumentare rapidamente nei prossimi anni a causa della crescita del turismo. Solo il 5 per cento circa dei rifiuti dell’isola viene riciclato, finora quasi tutti i rifiuti di Corfù sono finiti nella discarica di Temploni, che attualmente è straripante e chiusa e che per altro si trova in una valle a circa quattro chilometri da un lussuoso porto turistico. Le richieste del governo locale di autorizzare il trasferimento dell’immondizia fuori dall’isola sono state respinte da Atene, mentre i piani per l’apertura di una nuova discarica finanziata dall’Unione Europea a Lefkimmi – attualmente inutilizzata – sono stati bloccati a causa dell’opposizione delle persone che vivono a Corfù.
Insomma, una situazione da cui la perla greca dello Ionio non sembra essere in grado di uscire e che è figlia di una decisione rimandata da quasi quattro anni. Nel 2014, infatti, quando Nikolouzos venne eletto sindaco con Syriza, il partito di estrema sinistra guidato dal primo ministro greco Alexis Tsipras, aveva deciso di sospendere un progetto misto pubblico-privato voluto dal suo predecessore di centrodestra, che prevedeva la costruzione di un impianto di selezione rifiuti a Temploni. La nuova struttura avrebbe permesso di estrarre il materiale riciclabile e di compostare i rifiuti biodegradabili. All’epoca Nikolouzos sostenne che il progetto, finanziato sia da privati che dall’Unione Europea, non sarebbe stato vantaggioso per i contribuenti di Corfù. Più di tre anni dopo, a quanto riferisce la stampa greca, Nikolouzos sta prendendo in considerazione un progetto simile, anche se questa volta è sostenuto dallo stato greco.
In attesa di una decisione, la bella Nausicaa attende sotto una montagna di rifiuti.