ROMA – Prendete una vecchia Fiat 500, quella del 1957 disegnata da Dante Giacosa, e mettetela vicino alla Nuova 500: avrete un bizzarro effetto “matrioska”, come se la prima fosse appena uscita dalla pancia della seconda. La mitica utilitaria di sessanta anni fa era lunga infatti 2,970 mm, larga e alta 1,320 (curiosamente larghezza e altezza corrispondevano). Il nuovo modello portato al debutto nel 2007 misura invece 3,546 mm di lunghezza per 1,627 di larghezza, ed alta 1488 mm. Per farvi capire ciò di cui parliamo, il vecchio cinquino ha praticamente le stesse dimensioni di una odierna Ligier, microcar da quattordicenni (2,85 per 1,50 metri). Stesso effetto con la Golf. La prima serie del 1974 misurava 3,705 per 1,610 mm, ed era alta 1390, mentre l’ottava generazione del 2019 è cresciuta di mezzo metro in lunghezza e di quasi 20 cm in larghezza (4284 per 1789 mm, con un’altezza di 1456 mm).
Insomma, negli anni le automobili hanno subito una cura di anabolizzanti che le hanno fatte crescere a dismisura. E il fenomeno può essere affrontato anche incrociando i dati, non solo cioè fra la stessa vettura di due epoche diverse. La Golf di oggi ad esempio è lunga quanto un’Alfetta, la storica berlina che Alfa Romeo iniziò a produrre nel 1972, destinata alle forze dell’ordine e utilizzata spesso come “auto blu”. Potremmo andare avanti all’infinito con paragoni come questi, mettendo a confronto berline di ieri con utilitarie di oggi, e divertendoci metro alla mano.
“E’ un fenomeno che ha preso il via già negli anni 60, quando l’aumento del volume di traffico ha imposto alle case automobilistiche, Volvo e Mercedes in testa, la questione sicurezza”, spiega Lorenzi Preti, docente di design presso l’ISSAM, l’Istituto Superiore di Scienza dell’Automobile di Modena. “E sicurezza vuol dire dimensioni e struttura, a scapito del volume abitabile. Da lì è iniziata la ricerca verso monoscocche che fossero più efficienti in caso d’urto”.
La monoscocca è la struttura portante delle auto moderne, è fatta di pezzi deformabili nella parte anteriore e posteriore e di parti rigide sui lati, dove sono seduti i passeggeri. “Le case si resero conto che bisognava fare monoscocche più robuste per stare nei parametri europei e americani, soprattutto da quando i marchi del Vecchio Continente hanno iniziato a vendere le loro auto oltreoceano. Il decennio successivo portò quindi al primo aumento delle dimensioni, dapprima pensando all’indeformabilità e successivamente, negli anni ’80, alla deformazione progressiva, per togliere agli occupanti parte dell’energia dell’impatto”.
Ma non è soltanto l’aspetto sicurezza ad aver fatto lievitare nel tempo le misure delle automobili. Dopo il boom economico la popolazione stessa inizia a crescere in altezza. La generazione degli anni 80 supera di almeno 10 centimetri quella dei propri padri, fenomeno che prosegue ancora adesso. Per capire tuttavia i motivi per i quali una Citroen DS – che sembrava gigantesca, che per girarci in città dovevi essere l’asso del parcheggio – in realtà era lunga nella sua prima versione 4 metri e 80 centimetri ma larga un metro e 80 scarsi, occorre ricorrere all’aspetto sociale, di cui l’automobile è una delle espressioni più caratterizzanti del XX secolo.
“Negli anni 90 le case hanno intuito che maggiori erano le dimensioni del veicolo e maggiore era l’immagine che il guidatore offriva di se stesso”, spiega ancora Petri. “Nel frattempo è iniziata l’era dei Suv, dove a lunghezza e a larghezza si è aggiunta anche l’altezza, per dominare la strada rispetto agli altri. Anche i volumi interni sono cresciuti, sebbene non in proporzione rispetto alla carrozzeria: sono stati realizzati sedili più comodi ed elettrificati, sono stati installati più airbag, le plance hanno dovuto giustificare il costo elevato del veicolo, e tutto questo ha contribuito all’aumento delle dimensioni esterne.” Insomma più grande è, meglio è. Basta continuare a scorrere la lista infinita di esempi. Uno fra tutti: la vecchia e la nuova Mini. Quella del 1959 era lunga 3050 mm e larga 1400. L’ultimo restyling supera i quattro metri di lunghezza e il metro e 70 di larghezza (404 per 173 cm). Più maxi che mini.
Fonte www.repubblica.it