(ANSA) – ROMA, 28 GIU – Nell’ultimo anno il 44% degli
italiani ha registrato un peggioramento del benessere mentale e
4 su 10 temono di non riuscire a tornare ad una vita ‘normale’.
E’ uno dei dati emersi dall’Osservatorio The World After
Lockdown di Nomisma-CRIF.
Negli ultimi 12 mesi gli italiani sono passati dal timore del
contagio – spesso tradottosi in paura dell’altro – alla voglia
di riabbracciarsi presto. Non stupisce, quindi, che nell’ultimo
anno il 57% abbia avuto un umore altalenante, spiega il
monitoraggio. Nonostante le preoccupazioni e i numerosi
interrogativi sul futuro, 1 su 3 è comunque riuscito a mantenere
un umore buono o eccellente per la maggior parte del tempo. I
risultati sono confermati anche dal World Happiness Report 2021
che vede l’Italia conquistare il 25simo posto in classifica
(scalando 3 postazioni rispetto all’anno precedente). Sebbene
gli italiani non hanno permesso allo sconforto di prendere il
sopravvento, sono peró numerosi i segnali di ansia e stress che
hanno portato ad un peggioramento complessivo del benessere
mentale. Nove su 10 – dall’inizio della pandemia – si sono
sentiti tesi, nervosi o irritabili (il 44% ha dichiarato di
trovarsi in questa condizione con una frequenza molto elevata,
quasi continuativa). Il 68% ha manifestato inoltre difficoltà ad
addormentarsi, situazione che si è verificata spesso per il 31%
degli italiani. Dati confermati dall’aumento delle vendite di
ansiolitici, cresciute del +12% nel 2020.
Effetti che non si esauriscono sull’equilibrio mentale, ma
anche nei rapporti sociali: se la lontananza ha alimentato una
forte voglia di socialità, dall’altro il 38% teme che non sia
più possibile tornare ad una vita normale, il 17% non riesce a
rapportarsi con gli amici con la stessa serenità con cui faceva
prima della pandemia e l’8% preferisce rifugiarsi in una bolla
di solitudine piuttosto che vedere o sentire gli amici. In
generale gli allentamenti alle misure restrittive e la graduale
riapertura delle attività hanno giovato agli italiani, che
manifestano un netto miglioramento dell’umore nel 46% dei casi.
(ANSA).
Fonte Ansa.it