(ANSA) – MILANO, 30 GIU – Sei mesi dopo la polmonite da
SARS-CoV-2 le alterazioni delle prove funzionali respiratorie e
della radiografia del torace sono presenti in una percentuale
considerevole dei 312 pazienti oggetto di uno studio di cui è
capofila l’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’ASST di
Monza. Il progetto di monitoraggio a 6 e 12 mesi dalla
dimissione dei pazienti ricoverati per polmonite da SARS-CoV-2,
in collaborazione con l’Università degli Studi di
Milano-Bicocca, ha coinvolto sette Centri lombardi- Le visite a
6 mesi si sono concluse a novembre 2020 e sono state oggetto di
un articolo in pubblicazione sulla rivista scientifica
Respiration, mentre il follow-up a 12 mesi si sta completando in
questi giorni. I due esami che si sono rivelati più “sensibili”
nell’individuare le sequele polmonari sono la diffusione
alveolo-capillare del monossido di carbonio (DLCO), che
costituisce un parametro misurabile nell’ambito delle prove
funzionali respiratorie, e la radiografia del torace che hanno
mostrato delle alterazioni rispettivamente nel 46% e nel 25% dei
pazienti valutati. Importante segnalare tuttavia – si legge
nella nota – che le alterazioni riscontrate erano nella
maggioranza dei casi di grado lieve. Per quanto concerne il
permanere di sintomi respiratori, quali la mancanza di fiato, la
maggioranza dei pazienti (69%) a distanza di 6 mesi dalla
polmonite da SARS-CoV-2 non presentava più questo sintomo. Un
ulteriore dato interessante emerso dallo studio riguarda la
profilassi con eparina somministrata durante il ricovero, al
fine di prevenire le trombosi associate a COVID-19. Nei
pazienti, tale profilassi sembra aver agito da fattore
protettivo sul riscontro di alterazioni delle prove funzionali
respiratorie anche a distanza di 6 mesi. (ANSA).
Fonte Ansa.it