Streeter Lecka / Getty / Afp
La caduta di Zion Williamson
Appena 110 euro, ora scontato a 77. Tanto costa il paio di scarpe che ha tradito Zion Williamson, il cestista della Duke e annunciata stella del futuro del basket statunitense. Dopo pochi secondi dall’inizio della sfida contro North Carolina, la sua Nike Pg 2.5 sinistra è letteralmente esplosa, facendolo cadere e provocandogli una “lieve distorsione al ginocchio” (parola del suo coach Mike Krzyzewski).
L’ha disegnata un campione Nba, ma la scarpa è all’altezza?
L’insolito episodio capitato a Williamson sta facendo discutere per due ragioni: innanzitutto per la caratura dell’atleta che, da mesi, è il favorito a essere selezionato come prima scelta al Draft Nba della prossima estate; e poi per il modo in cui la scarpa si è lasciata andare.
La scarpa in questione è la Nike Pg 2.5, un modello disegnato da Paul George, affermato campione degli Oklahoma City Thunder, per uno di quegli accordi commerciali chiamati signature shoe. Praticamente le stelle del basket statunitense immaginano la scarpa dei sogni e si accordano con le grandi aziende, come Nike e Adidas, per produrle e lanciarle poi sul mercato con il proprio nome. Non è la prima sneaker disegnata da Paul George: il modello precedente, la PG 1, è stata una calzatura di successo anche tra i professionisti, e non solo tra giovani promesse e tifosi. Come si legge nell’infografica di Espn, nella scorsa stagione 42 atleti dell’Nba hanno indossato la PG 1. La PG 2.5, quella al centro delle polemiche, risulta però la più economica tra quelle firmate dai campioni.
11 current players have a signature shoe with a U.S.-based basketball company. These were the most popular among active NBA players this season. pic.twitter.com/j0knBc5TwZ
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) 31 maggio 2018
Una scarpa può esplodere?
In molti si chiedono come sia possibile che la scarpa indossata da Williamson sia esplosa: “Credeteci oppure no, ma può capitare”, ha scritto 247 Sports, sito specializzato negli sport americani. “Le suole possono distruggersi quando gli atleti usano modelli economici e poco resistenti per durate più lunghe del dovuto”. All’origine di quanto accaduto, sostiene l’autore Brad Crawford, ci sarebbero quindi un mix di motivi: una scarpa già consumata, quasi a fine vita, e le sollecitazioni a cui è sottoposta, tra dribbling, cambi di direzione, salti e atterraggi.
“Se guardate la sneaker sinistra di Williamson vedete che la tomaia è completamente intatta – fa notare 247 Sports – e l’intersuola in phylon (il materiale usato, ndr) si rompe a causa della schiuma indebolita”. Che la Nike sia esplosa, insomma, non è un buon segno in assoluto (e infatti l’azienda ha annunciato l’avvio di indagini interne), ma un campione come quello di Duke avrebbe forse dovuto prestare più attenzione alla calzatura scelta. Ciò che è capitato a Williamson, un gigante da 201 centimetri e quasi 130 chili, “non accadrà per la maggior parte dei giocatori”.
Questione di sponsor
Non è chiaro il motivo per cui Williamson sia sceso in campo con quella specifica scarpa. Quel che è certo è che la sua squadra, nel 2015, ha rinnovato l’accordo con Nike di fornitura del materiale tecnico da indossare sul parquet. Una partnership nata nel 1992 e che proseguirà fino al 2027, a meno che l’infortunio spinga Duke a riconsiderare il contratto. In ogni caso va sottolineato che ogni atleta ha a disposizione diversi modelli di sneaker: lo stesso Williamson, in questa stagione, ne ha calzate dieci modelli diversi. Dalle nuovissime Adapt BB che si allacciano da sole, prezzo di listino 350 dollari, alle Kyrie 5 (un altro modello firmato da un giocatore Nba, Kyrie Irving).
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