“E’ un fenomeno inquietante” dice, ma è molto più inquietante che un nominato a capo di nominati (i Commissari europei) non eletti, sbucato da un piccolo principato noto soprattutto come paradiso fiscale, abbia un potere immenso…
…questo potere, per la prima volta, viene messo in discussione dal vento del “populismo”, cioè da chi si oppone alla mancanza di trasparenza e ai vincoli imposti da una nomenklatura, quella di Bruxelles, che fino a ieri imponeva rigore a senso unico, telecomandata dalla Germania. E’ bene ripetere che cos’è la Commissione europea: è l’organismo di non eletti che, a porte chiuse, dettano tutte le regole dell’Unione, senza obbligo di verbalizzare. Dunque, non si saprà mai che cosa decidono e perché questi signori, responsabili del disastro dell’euro, dell’impoverimento del ceto medio di molti Paesi -Italia in primis- e delle misure delle zucchine cui devono attenersi i coltivatori. Per pura formalità, passano poi i provvedimenti al Parlamento, che ha un mero potere di ratifica. L’oscuro Juncker è il simbolo di questo oscuro potere e, tra un drink e l’altro, non perde occasione di umiliare l’Italia. Salvo poi, quando la sbronza da triste diventa allegra, far finta di scusarsi e quindi ricominciare da capo. Intanto, la parola d’ordine “populismo”, con connotazione negativa e sprezzante, viene divulgata da tutta la stampa legata a banche e finanza, i padroni effettivi della dis-Unione europea.
“Da qualche anno c’è un fenomeno inquietante, visibile, percettibile, ma non plausibile. E’ il ritorno del nazionalismo, il rifiuto di vedere gli altri con gli stessi occhi con cui guardiamo noi stessi”, ha detto il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, in un discorso a Madrid sulle nuove prospettive per il futuro dell’Europa.
“E’ una tendenza pericolosa che nutre tutti i populismi. I populismi associati al nazionalismi conducono all’accecamento e conducono alla guerra, come aveva detto (Francois) Mitterrand nel suo ultimo discorso al Parlamento Europeo”, ha spiegato Juncker. “A volte ho l’impressione che pensiamo che l’Europa sia fatta per noi, ed esclusivamente per noi” e che “il ventre europeo è grosso, ma non c’è sufficiente posto per vedere gli altri”, ha detto il presidente della Commissione.
Parole profetiche ed elevate, che forse nascondono un’autocritica di chi non ha mai assolutamente “visto gli altri”, ma anche sinistre, vista la minaccia di una guerra (forse non soltanto economica, come quella dichiarata da anni contro l’Italia).