(ANSA) – ROMA, 04 AGO – Nella transizione del periodo della
pandemia vi è anche un risvolto positivo: i bimbi con i genitori
che lavoravano da casa hanno dormito di più, in media 40 minuti
aggiuntivi per notte. Con la conseguenza che anche la sonnolenza
diurna dei genitori è diminuita. Lo rileva uno studio della
Flinders University in Australia, pubblicata sulla rivista Sleep
Medicine. La ricerca è stata svolta su un campione di 1.518
bambini statunitensi di età compresa tra 1 e 18 mesi.
Per misurare i cambiamenti nei bambini e nei loro genitori
vissuti durante il lockdown negli Stati Uniti, i ricercatori
hanno utilizzato una tecnologia di videosonnografia automatica
all’avanguardia per raccogliere metriche oggettive del sonno e
questionari online compilati dai genitori. È stato effettuato un
confronto tra metà dei bambini alla fine del 2019 e l’altra metà
un anno dopo, a novembre-dicembre 2020.
I risultati hanno mostrato che i piccoli nel gruppo ‘pandemico’
hanno dormito in media per circa 40 minuti in più durante la
notte. Il team di ricerca afferma che è possibile che la
differenza sia dovuta al fatto che i genitori lavorassero da
casa. L’ipotesi è che i genitori trascorressero più tempo con i
loro figli durante il giorno, motivo per cui erano probabilmente
meno inclini a tenerli svegli più a lungo.
Nonostante dormissero di più, dalla ricerca e’ emerso che i
bambini più grandi del gruppo osservato durante la pandemia
trascorrevano anche 18 minuti in più di tempo davanti allo
schermo ogni giorno. I genitori potrebbero essere stati più
propensi a utilizzare la TV e altri dispositivi per tenerli
occupati, in modo da poter concentrarsi sul lavoro o sulle
faccende domestiche. Le mamme e i papà, infine, hanno anche
riferito di avere maggiori probabilità di avere sintomi di
depressione, nonostante sembrassero aver dormito leggermente
meglio. (ANSA).
Fonte Ansa.it