Scudo salvavita contro le principali patologie del nostro tempo, resiste al Sud per tradizione, e al Nord è seguita soprattutto da chi ha livelli superiori di istruzione. La globalizzazione alimentare è il rischio maggiore
Dieta mediterranea: resiste al Sud e negli over 50, ma sono i più istruiti a seguirla. Lo rivela uno studio dell’Osservatorio epidemiologico su alimentazione e salute in Italia condotto dai ricercatori Neuromed. Si fa presto a dire dieta mediterranea. Ormai il modello alimentare più famoso al mondo non è più così scontato. Da diversi anni infatti diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che la dieta mediterranea rischia di diventare un bel ricordo soprattutto nei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, Italia inclusa. Ecco perché al tempo della globalizzazione alimentare è prioritario capire chi sono le persone che ancora conservano uno stile alimentare sano ispirato ai principi della dieta mediterranea, che dagli anni ’50 ad oggi si è guadagnata il titolo di scudo salvavita contro le principali patologie del nostro tempo. A mettere nero su bianco è stato il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is), che, grazie ai dati raccolti nell’ambito dell’Osservatorio epidemiologico su alimentazione e salute in Italia (Inhes), ha analizzato informazioni relative a circa 10 mila persone coinvolgendo tutto il territorio nazionale. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica European Journal of Public Health.
“Il nostro studio fornisce una sorta di identikit del consumatore ‘mediterraneo’ contemporaneo – spiega Emilia Ruggiero, ricercatrice del Dipartimento e primo autore dello studio – Abbiamo osservato che il modello mediterraneo è più seguito nelle regioni meridionali del nostro Paese, rispetto al Nord, e da adulti e anziani. Inoltre, gli uomini mostrano una maggiore predilezione per la dieta mediterranea rispetto alle donne”. Ma non e’ tutto. Ci sono altri fattori che determinano fortemente le scelte alimentari in Italia.
“I dati dello studio Inhes confermano quanto già osservato in altre popolazioni europee e statunitensi e cioè che l’adesione a modelli alimentari sani è fortemente condizionata dallo stato socioeconomico – commenta Marialaura Bonaccio, ricercatrice senior del Dipartimento – Di fatto, quelli che seguono di più la dieta mediterranea sono proprio le persone con un livello di istruzione maggiore, e questo vale soprattutto nelle aree del Nord del Paese.
Fonte: AGI