Dell’auto si dice che negli ultimi cent’anni sia cambiato tutto meno il motore che è ancora quello a scoppio alimentato a carburante. L’elettronica, per esempio, è sempre più padrona. È lei che governa tutto, dai freni alla trazione, dal cambio allo sterzo: decine e decine di centraline regolano ogni funzione della macchina. E tra queste, naturalmente, ce n’è una anche per i tergicristalli. Sono lontani anni luce i tempi delle spazzole che all’improvviso si bloccavano e pensavi subito che dipendesse da un fusibile. E lontano è anche il rumore della gomma che sfregava sul vetro. E quei fastidiosi saltellamenti sul parabrezza. Oggi tutto questo è un ricordo, dolce come molte delle cose travolte dall’elettronica. Dolce come le origini di questo ingegnoso marchingegno chiamato tergicristallo che ha la bellezza di cent’anni.
La prima sorpresa arriva dal nome dell’inventore, Mary. Proprio così, una donna. Cosa a dir poco sbalorditiva dato che il tutto accadeva nel 1903 e riguardava l’automobile. Comunque le cronache raccontano (e i documenti confermano) che fu miss Anderson, americana dalla testa ai piedi, che nel 1903 concepì l’idea dei tergicristalli. La signora, ovviamente senza patente, era appena arrivata a New York proveniente dall’Alabama. Per il suo lavoro aveva bisogno di spostarsi continuamente e lo faceva con un comodo taxi. Ma le bastò poco per scoprire che tanto comodo non era e che quando pioveva, o peggio ancora nevicava, il tassametro saliva alle stelle. Il motivo? Semplice, il conducente era costretto ogni dieci metri a scendere dall’auto per pulire il vetro dai fiocchi di neve che altrimenti si ghiacciavano e impedivano di vedere la strada. Un vero e proprio incubo mai affrontato fino a quel momento da nessun uomo che allora come oggi si vanta di guidare cento volte meglio di qualsiasi donna.
Per fortuna la tranquilla signora Anderson, preoccupata per il suo portafoglio e soprattutto dall’immensa fatica del guidatore i cui sforzi per ritagliarsi un piccolo riquadro pulito erano puntualmente vanificati dai primi fiocchi di neve che continuavano a scendere, ebbe un’idea folgorante. Semplice, quasi banale ma proprio per questo straordinaria. Perché non sostituire quell’inutile lavoro umano con una macchinetta? Pensa e ripensa alla fine Mary Anderson giunse alla conclusione che per risolvere il problema bastava applicare al parabrezza un braccio meccanico ricoperto da una spugnetta per spazzare via neve e pioggia. Bella scoperta verrebbe da dire. Allora sì che lo era veramente! E che fantasia. Ma la signora era andata così avanti che per vedere realizzata la sua idea dovette aspettare un bel po’ di anni. Esattamente fino al 1916 quando l’intraprendente signora decise finalmente di recarsi all’ufficio brevetti di New York e depositare la sua invenzione.
Potete immaginare la perplessità e le prese in giro dei tecnici di allora, accaniti maschilisti davanti a quello strano marchingegno presentato da una donna. In effetti il meccanismo brevettato dalla signora dell’Alabama era un vero e proprio corpo estraneo piazzato sul parabrezza. Lei, forse per ragioni estetiche o chissà per quali altri motivi, aveva pensato che “il meccanismo” dovesse essere sganciato quando non serviva. Insomma perché esporlo inutilmente all’usura del bel tempo? Così il primo brevetto depositato prevedeva un tergicristallo “removibile”. Punto e basta.
Ci volle un bel po’ di tempo per mettere tutti d’accordo e riconoscere la genialità dell’invenzione della signora Mary Anderson. Ma dieci anni dopo il tergicristallo era montato su tutte le auto di fabbricazione americana. Da allora in poi quell’accessorio indispensabile per guidare con la pioggia, la neve, l’umidità e il fango è stato travolto da un’eccezionale evoluzione tecnologica. Oggi i tergicristalli sono diventati addirittura tre: quello classico davanti, uno dietro (tergilavalunotto) e uno pure per i fari. Si muovono in perfetta sintonia e scompaiono nella carrozzeria quando sono spenti. Su alcuni modelli sono installati addirittura dei sensori in grado di attivarli automaticamente. Basta qualche goccia che sfiora il parabrezza ed ecco partire le spazzole. E se la pioggia aumenta cresce anche la loro velocità.
Ma non finisce qui. Sulle auto più lussuose i tergicristalli sono mossi da motorini che provvedono a cambiare direzione elettronicamente evitando qualsiasi rumore e consentendo un movimento preciso come quello di un orologio. Hanno almeno quattro velocità e varie possibilità di intermittenza. Ogni tre, quattro giorni, poi, le spazzole in posizione di riposo si muovono di qualche millimetro per evitare che la gomma stia sempre piegata su un lato e provochi quei fastidiosi saltellamenti sui vetri. Insomma di più non si può immaginare. O forse sì perché qualcuno grazie alla “nano tecnologia” ha appena presentato un rivestimento che applicato sul parabrezza fa scorrere via le gocce d’acqua, lo sporco, l’olio e perfino i residui d’insetti. E con loro anche il nostro caro, vecchio tergicristallo. Ma nessuno si sogni di farci una risata sopra. Avete visto come è andata a finire con chi ha provato a farlo con la signora Anderson?
Fonte www.repubblica.it