(ANSA) – ROMA, 12 SET – In vacanza sì ma tutti concentrati
nello stesso periodo e nei medesimi luoghi, con budget ridotti e
soggiorni più brevi. Emerge dai dati dell’Osservatorio
Confturismo-Confcommercio sulla fiducia dei viaggiatori italiani
secondo il quale ci sono stati segnali di ripresa estivi, ma
restano forti criticità e il recupero rispetto al pre-covid
resta ancora molto lontano.
Dei 25 milioni di italiani che, normalmente, partono tra giugno
e settembre, 4,5 milioni non lo hanno fatto e non lo faranno.
Degli altri 20,5 milioni, il 71% ha fatto almeno una vacanza di
5 notti o più, mentre il 18% si è concesso solo uno o più
soggiorni più brevi, sempre con pernottamento: il 5% si è invece
limitato ad escursioni giornaliere, mentre il 6% punta su
settembre, ma ancora non è certo di partire.
Fortemente negativa la concentrazione temporale delle scelte di
viaggio, che mette in crisi tutti gli sforzi compiuti in passato
per destagionalizzare i flussi: il 51% delle partenze tra la
seconda metà di luglio e agosto. Male giugno, scelto solo
dall’8%, e la prima metà di luglio, mentre settembre sembrerebbe
resistere, con un 12% totale. Concentratissime anche le
preferenze di destinazione, con le mete balneari al 64% e a
seguire – con un divario che sembra incolmabile – la montagna al
18% e le città d’arte, che non si schiodano dal 9%. Un panorama
che influisce negativamente anche sulla percezione del costo
della vacanza, giudicata esplicitamente come elemento critico di
quest’estate dal 2% degli intervistati, che dichiara di avere
speso più di quanto intendeva.
Molti gli italiani che rispondono di avere dedicato quest’anno
alle vacanze un budget inferiore che in passato: il 14% rispetto
al 2020 e addirittura il 30% rispetto al 2019. (ANSA).
Fonte Ansa.it