I dati Censis-Alleanza Cooperative per il biennio 2012-2015 non fanno che confermare che rigore, tassazione delle imprese, contratti ballerini e mancanza di tutele per i lavoratori aumentano “nero” ed evasione, dunque: il debito pubblico
Se ancora ce ne fosse bisogno, arriva l’ennesima conferma che il rigore imposto all’Italia da Bruxelles e dai nostri europeisti convinti si ripercuote sulle imprese, che non assumono più (tanto meno a tempo indeterminato). Di conseguenza, molti optano per il lavoro sommerso, con un’evasione tributaria che sfiora i 101 miliardi. Dopo averci bastonato a colpi di rigore, con queste conseguenze, ci ribastonano dicendo che il debito pubblico aumenta -come effettivamente avvenuto nel triennio 2012-2015-, e qualcuno invoca ancora “Più Europa” …
Il sommerso ha fatto cassa con la crisi, come dimostra il focus Censis – Alleanza Cooperative “Negato, irregolare, sommerso: il lato oscuro del lavoro”. Sono oltre 3,3 milioni i lavoratori vessati nelle false imprese, in tutti i settori produttivi, con il salario medio orario che scende da 16 euro a 8 e un’evasione tributaria e contributiva che tocca quota 100,7 miliardi. Nel periodo 2012-2015 – spiega lo studio – mentre l’occupazione regolare si è ridotta del 2,1%, l’occupazione irregolare è aumentata del 6,3%, portando così a oltre 3,3 milioni i lavoratori che vivono in questo cono d’ombra non monitorato. Le imprese che ricorrono al lavoro irregolare riducono il costo del lavoro di oltre il 50% mettendo spesso fuori mercato le aziende che operano nella legalità. Mettono una grave ipoteca sul futuro dei lavoratori lasciandoli privi delle coperture previdenziali, assistenziali e sanitarie per un’evasione contributiva pari a 100,7 miliardi. Mentre 97 sono riconducibili all’evasione tributaria.
Fra le voci più rilevanti dell’evasione si distingue quella relativa all’Iva che sfiora i 36 miliardi di euro e quella da mancato gettito dell’Irpef derivante da lavoro e impresa, pari a 35 miliardi di euro. La sola Irap fa registrare una mancata contribuzione di 8,5 miliardi. Il mancato versamento dei contributi risulta pari a 2,5 miliardi per il lavoratore dipendente e a 8,2 per il datore di lavoro. Calabria (9,9%), Campania 8,8%), Sicilia (8,1) e Puglia (7,6%) sono le regioni con la più alta percentuale di lavoro sommerso.
“Denunciamo ancora una volta – dice Maurizio Gardini, presidente di Alleanza Cooperative a nome dei copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani – e diciamo basta a chi ottiene vantaggio competitivo attraverso il taglio irregolare del costo del lavoro che vuol dire diritti negati e lavoratori sfruttati. Se le false cooperative sfruttano oltre 100.000 lavoratori emerge, invece, un’area grigia molto più ampia che interessa le tantissime false imprese di tutti settori produttivi che vessano in un lavoro irregolare e sommerso oltre 3,3 milioni di persone”. Sul milione di badanti a nero Gardini precisa “le famiglie evadono per necessità. Le false imprese lo fanno solo per moltiplicare i profitti e mettere fuori gioco le tantissime imprese che competono correttamente sul mercato”.
Tutto questo ha una matrice ben precisa: la tassazione folle sulle imprese, la burocrazia e il rigore imposto dai despoti Ue.