È la più lunga sopravvivenza finora raggiunta per il tumore della mammella allo stadio avanzato e permette di parlare di vera e propria cronicizzazione della malattia. Lo dimostrano i risultati dell’analisi finale sulla sopravvivenza globale dello studio di Fase III Monaleesa-2, illustrati nel corso del Congresso 2021 di Esmo, la Società europea di oncologia medica. Al centro dell’attenzione c’è un farmaco, il ribociclib, usato insieme al letrozolo: un trattamento che è stato dato a un particolare gruppo di donne in post-menopausa con tumore della mammella in stadio avanzato o metastatico. Il lavoro ha dimostrato che dopo 5 anni le pazienti trattate in questo modo hanno avuto più del 50% di possibilità di sopravvivenza rispetto a quelle che assumevano solo il letrozolo. I dati, spiega Michelino De Laurentiis, direttore direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare dell’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli sono “molto solidi” e “confermano l’efficacia della terapia”. “Vi erano già due studi con ribociclib condotti su popolazioni diverse: Monaleesa-7 e Monaleesa-3 – aggiunge – il ‘pezzo’ mancante era proprio il Monaleesa-2. Metà delle pazienti è stata seguita per almeno 7 anni. Siamo di fronte a una sperimentazione il cui risultato è stabile, definitivo.
Ribociclib ha mostrato una riduzione del 24% del rischio di morte, coerente con quanto già visto negli altri due studi Monaleesa. Altro dato che conferma la validità del farmaco è la sopravvivenza globale mediana, pari a 63,9 mesi. È la più lunga mai registrata in tutti i tipi di tumore della mammella.
Significa che metà delle pazienti vive più di 5 anni”. Per Pierfranco Conte, direttore della divisione di Oncologia Medica 2 dell’Istituto oncologico veneto di Padova, “un altro ‘numero’ che misura la portata dello studio Monaleesa-2 è che”, a 6 anni di controlli, “quasi la metà delle donne, il 44%, è ancora vivo.
Sono dati mai visti con nessun trattamento in questa popolazione di pazienti – aggiunge – l’Italia ha contribuito in maniera importante a tutto il programma degli studi”.
Nel 2020, in Italia, sono stati stimati circa 55mila nuovi casi di tumore della mammella allo stadio avanzato e più di 37.000 vivono con una diagnosi di malattia metastatica. Saverio Cinieri, direttore dell’Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi e presidente eletto Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), sottolinea che “le donne in post-menopausa rappresentano circa il 70% di quelle con tumore al seno endocrino-sensibile e la metà di queste corrisponde al profilo delle pazienti incluse nello studio.
Questi importanti dati di sopravvivenza globale con ribociclib sono incoraggianti e ci consentono di affermare che è stato raggiunto l’obiettivo di cronicizzare la malattia avanzata”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it