“La voce di suo padre gli echeggiava ancora dentro con la forza di un monito, di un castigo, come se quel temporale fosse stato colpa sua. Se il tempo fosse stato sereno quella notte, la stoffa sarebbe arrivata a destinazione. Non ci sarebbe stata quell’enorme perdita economica che lo aveva spinto a chiudere i battenti e dire addio a ogni progetto. Non che Baruch fosse portato per il commercio, questo mai. Ma con il tempo forse avrebbe capito che fare il mercante poteva essere la scelta giusta, almeno quando non si è portati per fare il rabbino, o anche solo ad ascoltare gli anziani della propria comunità e fare proprio il loro esempio di vita ossequiosa. Eppure aveva frequentato la sinagoga a lungo e aveva avuto ottimi maestri. Sul suo comodino erano comparsi quei libri, in un momento non ben definito, e Baruch aveva preso un’altra strada. No, non quella dell’ottica. La sua strada. Il suo pensiero, le sue idee, le parole che scriveva e che lo avevano portato ad allontanarsi da tutto e da tutti. Per amore della libertà.” da Il passo del clandestino di Mimma Leone
Esce per Graphofeel un romanzo sulla vita di Baruch Spinoza, il grandissimo filosofo e scienziato del Seicento morto a poco più di quaranta anni in totale povertà pur di non abiurare al suo pensiero. Studioso ebreo olandese proveniente da una famiglia costretta a convertirsi al cristianesimo, si guadagnò da vivere facendo il molatore di lenti, dopo essere stato raggiunto da un scomunica da parte della comunità ebraica che vietava a chiunque di accostarsi a lui. Il compito che si assume Spinoza nella filosofia del Seicento fu quello di indagare il rapporto tra Dio e natura rifiutando l’interpretazione letterale delle Sacre Scritture, in nome di un amore per la libertà di pensiero e per la scienza di una sconcertante modernità. Nel racconto di Mimma Leone il grande filosofo appare in tutta la sua complessa ricerca di coerenza tra vita e pensiero, perseguita attraverso confronti epistolari con alchimisti e scienziati, grandi sovrani e meschini trafficanti. Un ritratto vivace ed inedito che permette al lettore di accostarsi con semplicità ad uno dei personaggi più amati del XVII secolo, in cui la malinconia del “maledetto” si mescola a una forza di volontà indomita, capace di sfidare convenzioni e potere.