(ANSA) – CATANIA, 27 SET – Da patrimonio in mano a cosche
mafiose, ad abitazioni per famiglie disagiate e per ospitare un
centro di promozione sociale curato dal volontariato. Nella
storica piazza Santi Cosma e Damiano, ai margini di via
Plebiscito, a San Cocimo, cuore del blitz antidroga “Quadrilatero” dei carabinieri dello scorso 20 settembre, il
sindaco Salvo Pogliese ha formalizzato la presa in consegna
nella disponibilità del Comune di cinque immobili dall’Agenzia
Nazionale dei beni confiscati alla mafia, per destinare a scopi
di utilità collettiva. Erano presenti, tra gli altri, il
prefetto Maria Librizzi, il questore Vito Calvino e il
presidente del Tribunale per i minorenni Roberto Di Bella, il
comandante provinciale dei carabinieri, colonello Rino Coppola,
e una rappresentanza della Guardia di finanza.
“Oggi è un giorno importante per la nostra città – ha detto
Pogliese – perché le istituzioni unitariamente riaffermano la
presenza dello Stato nel nostro territorio cittadino. In questo
quartiere bambini in tenera età erano costretti ad alimentare i
proventi illeciti delle cosche mafiose, uno scempio che grazie
all’azione della magistratura e dei carabinieri si è riusciti a
sventare. Affideremo quattro abitazioni ai servizi sociali
comunali per accogliere altrettante famiglie con disagio
abitativo e un altro bene con una procedura a evidenza pubblica
pronta entro trenta giorni a un’associazione che promuoverà
scopi sociali per il quartiere e la città”.
“E’ importante essere qui oggi – ha detto il prefetto
Librizzi – perché le istituzioni tutte danno un segnale forte di
ristabilimento della legalità in una zona particolarmente
colpita dalla presenza della mafia e beni di provenienza
illecita verranno utilizzati a fini di utilità collettiva. Lo
sfruttamento dei minori è inaccettabile e la presenza dello
Stato ribadisce il controllo del territorio contro il
malaffare”.
Il sindaco Pogliese ha firmato pubblicamente il passaggio di
consegna dei beni dal rappresentante dell’Agenzia nazionale dei
beni confiscati Vincenzo Trapani e applicato sulle porte la
scritta che è un bene confiscato alla mafia, sei anni dopo la
sentenza definitiva di sottrazione alle cosche malavitose della
zona. (ANSA).
Fonte Ansa.it