(ANSA) – NAPOLI, 29 SET – Nido di tartarughe sul litorale di
San Giovanni a Teduccio a Napoli. E’ il primo censito lungo il
litorale partenopeo. A trovarlo sono stati alcuni pescatori
dell’associazione ‘Il mare bagna San Giovanni’ che hanno notato
sulla battigia della spiaggia libera la presenza di alcune
piccole tartarughe marine. I pescatori, dopo averle aiutate a
raggiungere il mare proteggendole dai gabbiani, hanno informato
l’Unità operativa San Giovanni della polizia municipale che ha
allertato il personale specializzato della Stazione zoologica
Anton Dohrn, ente di riferimento in Campania per il monitoraggio
delle tartarughe marine.
I ricercatori hanno constatato l’assenza di tracce,
cancellate dal calpestio delle persone e dal vento che ha reso
impossibile trovare la camera delle uova ma sono riusciti ad
individuare, grazie al prezioso aiuto delle persone presenti, un
piccolo ancora vivo, prontamente rilasciato al largo ed uno
morto tra gli scogli, dove era finito probabilmente per il
disorientamento causato dall’illuminazione pubblica. La presenza
di questi ‘cuccioli’, insieme ai filmati recuperati dai
pescatori, consentono di scrivere nel registro di questa estate
anche il primo nido di tartaruga marina deposto lungo il
litorale cittadino. Si tratta del 56esimo censito nel corso di
questa stagione dal team del progetto ‘Caretta in vista’,
coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn. Un numero ”incredibile” se confrontato a quelli di un decennio addietro
quando le nidificazioni di tartaruga marina in Campania erano
eventi eccezionali con cadenza biennale. ”L’aumento – spiegano
dalla Stazione Anton Dohrn – è frutto del cambiamento climatico
e del miglioramento generalizzato dello stato di conservazione
delle tartarughe marine nel Mediterraneo. Il ritrovamento a San
Giovanni evidenzia ancora una volta l’importanza della
collaborazione dei cittadini per monitorare questo importante
fenomeno e intervenire prontamente per tutelare e monitorare i
nidi di tartaruga marina deposti spesso in tratti di litorale
fortemente antropizzati ed esposti pertanto a notevoli rischi”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it