Scoperta una condizione essenziale per lo sviluppo della vita: i raggi ultravioletti. Secondo lo studio i raggi sarebbero responsabili di una importante reazione chimica capace di attivare l’RNA, molecola della vita.
Noti per le loro proprietà abbronzanti, i raggi UV offrono molto più della tintarella estiva. Un recente studio condotto da Sukrit Ranjan del Centro Harvard-Smithsonian per l’Astrofisica (CfA) di Cambridge, e pubblicato su varie riviste scientifiche internazionali, dimostra come i raggi Uv siano fondamentali per creare le condizioni necessarie allo sviluppo della vita. Negli ultimi anni, le ricerche di esopianeti, ovvero pianeti al di fuori del nostro sistema solare aventi caratteristiche simili alla terra, stanno incrementando esponenzialmente.
Gli esopianeti sono pianeti con precise caratteristiche, come la presenza di acqua allo stato liquido, essere situati nella fascia di abitabilità che significa trovarsi all’idonea distanza dalla stella madre, possedere un campo magnetico in grado di proteggere il pianeta dalle radiazioni cosmiche, e molte altre.
La probabilità del pianeta di sviluppare vita propria varia anche in relazione come è illuminato dalla propria stella. La ricerca del dottor Ranjan dimostra come i pianeti maggiormente predisposti a ospitare la vita siano quelli con il giusto apporto di raggi ultravioletti. Gli Uv infatti, a certi livelli specifici, sono necessari per la formazione di acido ribonucleico, ovvero RNA, la nota molecola adibita alla codifica e trasmissione dei geni, necessaria per la nascita della vita come la conosciamo noi.
Questo presupposto restringe il campo di ricerca perchè gli esopianeti ricevono la giusta dose di ultravioletti solo ad una certa distanza dalla propria stella, il che fa si che la fascia di abitabilità si riduca ulteriormente.
Partendo da un precedente studio biologico che individua negli Uv la scintilla creatrice del RNA a partire dall’acido cianidrico, i ricercatori hanno dapprima eseguito una serie di esperimenti al buio tentando di riprodurre la molecola in assenza di luce, ottenendo però composti privi di vita. Lo stesso esperimento, effettuato in presenza di raggi Uv ha attivato istantaneamente i cosiddetti “mattoni della vita”. Partendo da questo basilare presupposto il team di ricerca a cominciato ad analizzare i raggi Uv prodotti dai differenti tipi di stelle, scoprendo che a seconda della quantità di raggi emessi una stella può o meno innescare il processo chimico che concorre alla formazione dell’RNA.
Le nane rosse, stelle più piccole del nostro sole, sono state le principali protagoniste dello studio poiché rivelatesi ottimi emittenti di ultravioletti. E’ stata definita Zona di Abiogenesi quella fascia in cui risiedono i pianeti che ricevono sia abbastanza luce da attivare la reazione chimica, sia abbastanza calore da consentire all’acqua presente di essere in uno stato liquido, anch’esso essenziale. Tra gli esopianeti attualmente più famosi c’è il cugino della terra, come è stato chiamato Kepler 452b, nonostante sia troppo lontano per consentire una diretta osservazione. Le statistiche e gli studi recenti confermano che ci sono 700 miliardi di miliardi di pianeti terrestri (non gassosi) nell’universo da noi osservabile.
Gli scienziati precisano che esiste la possibilità che la vita si formi anche in condizioni ben differenti da quelle a noi note.