WASHINGTON – Joe Biden è il primo presidente a proclamare l’Indigenous Peoples’ Day, nello stesso giorno del Columbus Day, l’11 ottobre. E’ la svolta al più alto livello negli sforzi in corso da tempo per riequilibrare la festività che celebra Cristoforo Colombo con il riconoscimento delle violenze subite dai popoli nativi dopo la scoperta dell’America.
Da diversi anni il giorno dedicato al celebre esploratore italiano è diventato una festività controversa e le sue statue sono state spesso vandalizzate, dopo una rivisitazione storica degli effetti devastanti della colonizzazione europea sulle comunità native. In alcune città e in alcuni Stati americani la ricorrenza è già stata affiancata o addirittura sostituita da un Indigenous Peoples’ day. Ma ora arriva un riconoscimento anche dalla Casa Bianca.
“Per generazioni, le politiche federali hanno cercato di assimilare e rimuovere il popolo nativo e sradicare le sue culture: oggi riconosciamo la resilienza e la forza dei popoli indigeni, come l’incommensurabile impatto positivo che hanno avuto su ogni aspetto della società” Usa, scrive Biden nella motivazione. “Non dobbiamo mai dimenticare – prosegue – le campagne secolari di violenza, rimozione, assimilazione, e il terrore esercitato sulle comunità native e le nazioni tribali nel nostro Paese. Oggi riconosciamo i significativi sacrifici fatti dai popoli nativi per questo Paese e i loro attuali contributi alla nostra nazione”, aggiunge.
Poco dopo Biden – la cui moglie Jill è per metà di origini italiane – ha proclamato anche il Columbus day (nel secondo lunedì di ottobre, come prevede una legge del Congresso) ricordando il famoso navigatore e i “molti italiani che hanno seguito la sua via nei secoli rischiando povertà, fame e morto inseguendo una vita migliore”, nonché “i milioni di italo-americani che continuano ad arricchire le tradizioni e la cultura del nostro Paese”. Ma ha auspicato che sia “un giorno di riflessione” non solo sullo “spirito di esplorazione dell’America, il coraggio e i contributi degli italo-americani nel corso di generazioni”, ma anche “sulla dignità e resilienza delle nazioni tribali e delle comunità indigene” e sul “lavoro che resta da fare per realizzare la promessa di una nazione per tutti”.
Nello stesso giorno il presidente ha fatto anche un gesto concreto verso le comunità native, ripristinando la piena protezione di tre parchi ‘monumenti nazionali’ (Bears Ears, Grand Staircase-Escalante e Northeast Canyons and Seamounts) che Donald Trump aveva ridimensionato ignorando le proteste dei popoli indigeni.
Fonte Ansa.it