Lo dimostrano i dati di un’indagine appena pubblicata sul Journal of Pediatric Psychology, secondo cui almeno una volta nella vita un ragazzino su tre con allergie alimentari ha subito atti di bullismo. Spesso si tratta di violenze psicologiche o verbali, nella metà dei casi di aggressioni fisiche, per uno su cinque significa esclusione o isolamento dal gruppo. Gli esperti della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), richiamano l’attenzione sulla necessaria di una maggiore sensibilizzazione di genitori e insegnanti, per far sì che la già difficile convivenza con un’allergia alimentare non diventi fonte di gravi conseguenze fisiche e psichiche.
Roma, giovedì 14 ottobre 2021 – La loro unica colpa è essere allergici a un cibo. Che gli viene buttato in faccia o messo apposta nel piatto, alla mensa, quando non sono addirittura costretti a mangiarlo; altri sono presi in giro per la loro allergia o minacciati, altri ancora vengono esclusi di proposito dal gruppo. Tutti atti di bullismo di cui è vittima almeno una volta un bambino o ragazzino con allergie alimentari su tre: nella maggior parte dei casi accade a scuola e due volte su tre i bulli si ‘fermano’ a violenze psicologiche o verbali, ma la metà degli allergici ha subìto atti violenti che possono avere anche ripercussioni serie. Sono i dati appena pubblicati sul Journal of Pediatric Psychology da un gruppo di ricercatori della Washington University ma la stessa cosa sta avvenendo in Italia: anche gli allergologi italiani, dal loro congresso nazionale in corso a Bari, lanciano l’allarme e invitano a sensibilizzare genitori e insegnanti nei confronti del bullismo verso i piccoli allergici, circa 600.000 in Italia a cui si aggiungono 1,3 milioni di adulti.
“In questi ultimi anni in parallelo all’incremento delle allergie alimentari, i bulli hanno ben pensato di adeguarsi ai tempi, indirizzando le loro violenze anche ai ragazzi con patologie allergiche e non solo alimentari” mette in guardia Gianenrico Senna, presidente SIAAIC e direttore di Allergologia presso l’Azienda Interuniversitaria di Verona.
Alcuni studi scientifici dimostrano come i ragazzi con allergie alimentari subiscano in misura maggiore episodi di bullismo da parte dei coetanei. Anche la cronaca riporta casi inquietanti, soprattutto per i risvolti gravi sulla salute fisica e psichica dei ragazzi coinvolti. “Siamo abituati a pensare che il bullismo prenda di mira coloro che hanno un ‘difetto’ fisico, o coloro che vengono considerati ‘diversi’: come ad esempio i più grassi o i ragazzi con varie disabilità – osserva Ilaria Baiardini, psicologa e psicoterapeuta, esperta di bullismo e malattie allergiche, Università di Genova e Università Humanitas di Milano – Ma oggi sono identificati ed etichettati come tali anche i bambini con patologie croniche ‘invisibili’, come appunto un’allergia. la probabilità di subire aggressioni fisiche è del 50% più alta, quella di essere presi in giro è addirittura 5 volte maggiore – sottolinea Baiardini – Questo perché possono apparire più deboli e attaccabili in quanto possono avere limitazioni indotte dalla malattia nella possibilità di partecipare alle attività di gruppo, dallo sport alle gite, finendo per essere isolati dagli altri. Il momento della mensa, a scuola, per i piccoli con allergie alimentari per esempio può essere molto difficile perché l’allergia rende più complicato condividere coi coetanei momenti relazionali come i pasti insieme. Non parliamo solo di chi viene deriso e preso in giro sul fatto che è limitato nel mangiare, non si può integrare con gli altri ed è costretto a mangiare le ‘sue’ cose. Parliamo anche di bulli che si divertono a far ingerire alle proprie vittime gli alimenti a cui sono allergici o farli entrare in contatto con le stesse sostanze o alimenti, per esempio mettendo sotto il naso il cibo ‘proibito’ oppure sfregando sulla loro pelle la sostanza che provoca allergia, mettendo così la vittima a rischio di avere delle gravi conseguenze”.
Difficoltà confermate anche dall’indagine statunitense, che ha coinvolto 121 bambini e ragazzi di 9-15 anni con una diagnosi accertata di allergie ad alimenti come il latte vaccino, le uova e altro, assieme ai loro genitori. I risultati mostrano che il fenomeno è molto diffuso, con il 33% dei bambini e ragazzini vittima di almeno un episodio di bullismo legato alla sua allergia: derisi, esclusi, aggrediti per la propria allergia soprattutto dai compagni di classe (73% dei casi) e a scuola (71%), mentre solo il 12% dei loro genitori si è detto consapevole di queste situazioni. “Non si tratta dell’unico studio a rilevare la drammaticità del problema bullismo nelle patologie allergiche – precisa Senna – Un recente studio pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood evidenzia che i bambini e gli adolescenti asmatici sono più a rischio di essere vittime di bullismo, uno studio italiano sul Journal of Asthma Allergy che ha coinvolto 200 adolescenti con dermatite atopica mostra che il 39.3% degli intervistati ha sperimentato almeno un episodio di bullismo nel corso dell’ultimo anno. In particolare, i ragazzi hanno riferito di essere stati oggetto di appellativi sgradevoli (3.3%), di scherzi (30.1%), di prepotenze (22.1%): angherie che hanno avuto un impatto importante sulla loro vita, portandoli a isolarsi (65.6%), ad avere difficoltà nella relazione con i compagni dell’altro sesso (51.5%), a rinunciare alle feste (44.2%) o ad altre attività con i coetanei (42.3%), addirittura a perdere giorni di scuola nel tentativo di evitare soprusi e angherie (28.8%)”.
“Il bullismo legato alle allergie ai cibi o ad altre patologie allergiche può avere un profondo impatto sulla qualità di vita dei giovani pazienti, con ricadute anche a lungo termine sul loro benessere psico-fisico” – sottolinea Senna – “È perciò necessaria maggiore consapevolezza del fenomeno del bullismo contro gli allergici, oltre che del problema delle allergie tout court, nelle comunità scolastiche e in altri luoghi a rischio: oltre a parlare con i genitori perché imparino a riconoscere i segnali di disagio è necessario formare gli insegnanti e diffondere informazioni corrette sulle allergie nella comunità, per ridurre lo stigma nei confronti dei pazienti e proteggerli nei confronti del bullismo”, conclude Senna.