Il corso quest’anno si intitola ‘Razzismi di ieri e di oggi. Il buon uso della Memoria’. Un seminario intensivo organizzato dalla Regione Toscana per preparare studenti e docenti su argomenti come la guerra e la pace
Si è aperta stamattina al Santa Chiara Lab a Siena la quinta edizione della Summer school, il seminario intensivo di cinque giorni organizzato dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, il Forum per i problemi della pace e della guerra e l’Ufficio Scolastico Regionale per fornire agli insegnanti selezionati, circa una sessantina, gli strumenti formativi e didattici per preparare gli studenti all’esperienza del viaggio sul Treno della Memoria, in programma il prossimo anno. Il corso quest’anno si intitola ‘Razzismi di ieri e di oggi. Il buon uso della Memoria’.
“Ci sta sfuggendo di mano la memoria, e soprattutto la conoscenza di quello che è stato – ha detto la vicepresidente Monica Barni, rivolgendosi agli insegnanti ad apertura incontro. Vogliamo offrire a voi, che provenite da tutta la Toscana degli strumenti di conoscenza. E per farlo abbiamo radunato qui a Siena tutti gli studiosi di quel periodo che va dall’emanazione delle leggi razziali fino allo sterminio. Quest’anno – ha aggiunto – ricorre l’80o anniversario dall’emanazione delle leggi razziali e ci sembrava giusto e doveroso focalizzare questa settimana di lavoro riflettendo su questo tema. Vogliamo ragionare e concentrarsi su tutto questo ed aiutarvi a consolidare la conoscenza per trasmetterla ai ragazzi”.
La Summer school durerà fino a venerdì 24 agosto e prevede lezioni frontali, seminari di approfondimento tematico e laboratori didattici tutti dedicati alla preparazione di coloro che, a gennaio 2019, accompagneranno i circa 500 ragazzi diretti ad Auschwitz e Birkenau con l’undicesimo Treno della Memoria. “I ragazzi che partecipano al Treno – dice ancora Monica Barni – arrivano ad Auschwitz consapevoli di ciò che troveranno. Il Treno non è solo un evento legato all’emozione del momento ma un percorso che prende avvio con la formazione degli insegnanti, che si protrae durante l’anno scolastico con gli approfondimenti e che si conclude con la ‘restituzione’ da parte degli alunni di ciò che hanno appreso. Purtroppo ogni due anni possiamo portare soltanto 500, fra ragazzi e ragazze, che sono comunque moltissimi. Sarebbe m olto bello se questo percorso potessero farlo tutti gli studenti di tutte le scuole italiane”.
All’apertura della cinque giorni di studio oltre alla vicepresidente Barni è intervenuto anche l’ideatore del Treno della Memoria, Ugo Caffaz. “Questa iniziativa – ha spiegato – che portiamo avanti da diversi anni è sempre più impegnativa, politicamente ed economicamente. Conoscere a fondo i fatti accaduti, ma anche le dinamiche che li hanno provocati, è un elemento fondamentale per affrontare il viaggio in Polonia. La memoria non può perdersi: oggi sento parlare di censimenti delle popolazioni Rom o di altri provvedimenti che li interessano. Ovviamente è un paragone che non regge, se ripensiamo a quanto accaduto non tanti anni fa, ma ritengo sia importante capire quali sono i meccanismi che possono far degenerare determinati valori che riteniamo ben saldi. Con il percorso complessivo sulla memoria – ha concluso – vogliamo affrontare la conoscenza di tutto questo perché non esiste un antidoto al male. I nostri vaccini per questo sono il Treno, i nostri incontri, le nostre iniziative per mantenere viva la memoria”.