Per fortuna, è solo una copia ridotta (di dubbio gusto) dell’originale. Simbolo della separazione Ovest-Est Europa sarà visibile per un mese. Pensato per attrarre turisti, ha già sollevato le associazioni delle vittime della dittatura comunista
Dopo 57 anni torna il Muro di Berlino. Sarà più piccole dell’originale, circonderà solo una parte della capitale tedesca, ma sarà praticamente identico (con pezzi riscostruiti) alla barriera che fu il simbolo della Guerra Fredda. E verrà anche riprodotto l’universo totalitario della DDR con tanto di visti d’entrata, torrette di guardia, spie, negozi vuoti e cambio nero. Come riporta oggi il “Corriere della Sera” uno dei simboli della netta separazione tra il blocco sovietico e l’Occidente, durerà solo un mese, dal 3 ottobre (giorno dell’unità tedesca) al 9 novembre anniversario del suo crollo avvenuto nel 1989. Nella città particolarmente apprezzata dagli architetti, per le sue costruzioni e le continue novità nell’edilizia, verrà riproposto di nuovo il Muro, a beneficio dei turisti. E la città è già divisa.
Se da una parte il ministro alla cultura Monica Grutters si dice “assolutamente convinta” e si aspetta in “avvenimento mondiale” il giornale Tagesspiegel definisce l’operazione “derisoria e offensiva”. Il “mini” Muro che dovrebbe sorgere in una sola notte intorno al Kronprinzenpalais una ex residenza imperiale oggi spazio espositivo sul celebre Unter den Linden, nel cuore della città non lascia indifferenti le associazioni della vittime della dittature comunista, secondo cui senza il loro coinvolgimento “non è possibile alcuna rappresentazione seria del totalitarismo della Ddr”. Un po’ di storia su quella barriera, non guasta. I sovietici per fermare la continua fuga di cittadini da Berlino Est verso Ovest decisero di realizzare questa costruzione in grado di separare definitivamente i due mondi. Berlino fu tagliata in due in una notte, all’epoca il segretario del Pcus in Unione Sovietica era Nikita Kruscev. Il Berliner Mauer nel tempo venne continuamente rafforzato diventando un colosso di cemento armato. A centinaia i tedeschi dell’Est cercarono di superarlo, anche scavando gallerie sotterranee, almeno 133 vennero uccisi dalle guardie.
Sotto: la Porta di Brandeburgo segnava il confine