I grandi alberghi nei primi sei messi hanno avuto cali dei fatturati fino al 25 per cento. Ma Venezia “gode” di pessima pubblicità sui social a causa di turisti che non rispettano le regole, girano in costume e si tuffano nei canali
Due turiste beccate in bikini e sanzionate con 200 euro a testa di multa. L’ennesimo tuffatore in Canal Grande. Ma c’è anche chi lancia il cane nelle acque di Bacino Orseolo in piazza San Marco. Gente che gira in bici e con un look da spiaggia più che da città d’arte. Orde di scolaresche e pendolari, sempre attivi borseggiatori, abusivi e mendicanti. E, non dimentichiamo, l’affollamento di turisti sui ponti o sulle calli un po’ come le code nelle tangenziali delle auto nelle città della terraferma. Ma dove ci troviamo? Benvenuti a Venezia, città unica al mondo per la sue bellezze, ma anche per i suoi disagi ed una organizzazione che spesso lascia a desiderare e con oltre una decina di milioni di turisti l’anno. La città che fu antica Repubblica marinara ultimamente gode di una pubblicità negativa al massimo: numerosi i post sul caro-prezzi dei bar e ristoranti e di foto da fiera paesana, gente che gira a petto nudo o bivacca sotto i meravigliosi portici di San Marco. Non è un problema di oggi quello del turismo “selvaggio” e mordi e fuggi a Venezia. Ma in questi ultimi giorni il clima è particolarmente “infuocato” (come riporta il quotidiano “La Nuova Venezia) e a fare la voce grossa è l’Ava (associazione veneziana albergatori) con oltre 400 associati. E perchè? Nel primo semestre di quest’anno gli alberghi del centro hanno visto una diminuzione del calo dei fatturati tra il 10 ed il 15 per cento, soprattutto quelli con 4/5 stelle, con picchi del 25 per cento. Venezia è unica per la sua bellezza, la sua storia, i suoi musei.
Ma oggi le categorie economiche devono fare i conti con i “Bed&Breaksfat” nati come i fungi in questo ultimo decennio (dei veri low cost), appartamenti e pensioni o con quei turisti che arrivano al mattino e partono la sera senza lasciare un euro in città. E, come se non bastasse, la città sta perdendo il suo cuore pulsante, la pescheria di Rialto. Che dopo mille anni di storia rischia di chiudere causa lo spopolamento. E dire che nel 1993 l’allora sindaco Massimo Cacciari aveva annunciato novità sulle politiche abitative, della serie “A Venezia aumenteranno i residenti. Vedrete”. Purtroppo abbiamo visto che oggi Venezia (esclusa la terraferma) arriva a 55mila abitanti. Evidentemente il filosofo aveva sbagliato i calcoli.