(ANSA) – ROMA, 04 NOV – Le donne che sono state vaccinate
contro il papillomavirus (un virus a trasmissione sessuale)
quando erano giovani di 12-13 anni si ammalano meno di cancro
del collo dell’utero. Infatti tra le vaccinate c’è l’87% in meno
di casi di tumore rispetto a un gruppo analogo di non vaccinate.
È quanto emerso dal primo studio a lungo termine che offre la
prima evidenza diretta dell’efficacia del vaccino contro il
papillomavirus nel prevenire il tumore. Pubblicato sulla rivista
Lancet, lo studio ha preso in considerazione uno dei primi
vaccini entrati in uso contro il papillomavirus il Cervarix che
previene infezioni dai due ceppi più comuni di papillomavirus
collegati al tumore del collo dell’utero. La campagna vaccinale
con questo vaccino è iniziata nel 2008 e le donne vaccinate sono
state seguite fino al 2019.
Il lavoro è stato condotto da Peter Sasieni del King’s
College di Londra e mostra che il tasso di cancro del collo
dell’utero è ridotto del 62% nelle donne che sono state
vaccinate contro il papillomavirus quando erano più grandi e
cioè tra i 14-16 anni, mentre il tasso di tumore è ridotto del
34% nelle donne che sono state vaccinate quando avevano già
raggiunto i 16-18 anni, quindi più tardivamente.
Questi risultati mostrano che evitando le infezioni da
papillomavirus si può prevenire il tumore del collo dell’utero,
direttamente collegato alle lesioni del tessuto della cervice
uterina provocate da questa famiglia di virus. (ANSA).
Fonte Ansa.it