Commentando la nuova bozza dell’accordo finale pubblicata a Glasgow, la direttrice esecutiva di Greenpeace International Jennifer Morgan ha detto:
«Questa bozza di accordo non è un piano concreto per risolvere la crisi climatica, è solo un incrociare le dita e sperare che vada meglio l’anno prossimo. Nient’altro che una timida richiesta ai governi di fare di più, forse, al prossimo vertice. Non è accettabile e i negoziatori non dovrebbero nemmeno pensare di poter lasciare Glasgow senza un vero accordo che affronti l’urgenza della crisi climatica in corso».
«È stato appena pubblicato uno studio che mostra che ci stiamo dirigendo verso un aumento della temperatura globale di 2,4°C. Il compito di questa conferenza è sempre stato quello di limitare questo aumento entro 1,5°C, ma se il testo non verrà modificato significa che i leader mondiali vogliono semplicemente rimandare l’obiettivo al prossimo anno. Se questo è il meglio che sanno fare, non c’è da meravigliarsi che le nuove generazioni siano furiose con loro», continua Morgan.
«Il testo deve essere molto più ambizioso sui fondi per l’adattamento degli impatti della crisi climatica, e includere cifre reali, nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari, con un piano concreto dei Paesi più ricchi per sostenere le nazioni più povere. Abbiamo bisogno di un accordo che impegni i governi a rinnovare ogni anno i piani di riduzione delle emissioni fino a quando, insieme, non raggiungeremo l’obiettivo di 1,5°C. Anche se la nuova bozza chiede di eliminare rapidamente i sussidi al carbone e ai combustibili fossili, i Paesi produttori come Arabia Saudita e Australia lavoreranno per indebolire questa parte del testo prima che la conferenza si chiuda. I delegati hanno solo tre giorni per invertire la rotta e portare a termine il loro compito, invece di rimandare ancora le azioni urgenti per il clima», conclude Morgan.