(ANSA) – FIRENZE, 16 NOV – Morto a Torino dopo una malattia
il ‘superpoliziotto’ Ruggero Perugini, aveva 75 anni: in
carriera fu protagonista di una particolare stagione delle
pluridecennali indagini sul caso del Mostro di Firenze e con le
sue indagini individuò come autore dei duplici delitti delle
coppiette Pietro Pacciani. Perugini rivestì il ruolo di capo
della ‘Sam’, la squadra anti mostro nata nel 1984 alla questura
di Firenze, dal 1986 al 1992. Applicò metodi ‘americani’,
selezionò il nome di Pacciani da un’ampia lista di migliaia di
sospetti, superò dubbi e lacune di un’indagine che ne era
ricchissima. Originario di Roma, dove era nato nel 1946,
Perugini dopo gli studi universitari fece parte dell’Arma dei
carabinieri, poi passò in polizia. Si specializzò negli Usa
all’accademia di Quantico e proprio dalla collaborazione con
l’Fbi ricavò un profilo psicologico di chi poteva essere il
Mostro tra i sospetti. Perugini individuò Pacciani come il
serial killer e passò al setaccio vita e abitudini del contadino
di Mercatale per sei anni, con la Sam battè la campagna
fiorentina in una specie di indagine ‘porta a porta’. Nel 1992
divenne celebre il suo appello da una tv: “Non so perché –
cominciava il superpoliziotto, finendo poi per chiedere al
Mostro di costituirsi – ma ho la sensazione che tu in questo
momento mi stia guardando, allora ascolta. La gente qui ti
chiama mostro, maniaco, belva ma in questi anni credo di aver
imparato a conoscerti, forse anche a capirti e so che tu sei
soltanto il povero schiavo in realtà di un incubo di tanti anni
fa che ti domina”. Perugini guidò la storica perquisizione
nell’orto di Pacciani dove il 29 aprile ritrovò nel terreno una
cartuccia per pistola calibro 22 long rifle, con la lettera H,
stessi segni dell’arma, mai ritrovata, che era stata usata dal
Mostro negli otto duplici delitti. Il ritrovamento incastrava
Pacciani anche se è sempre stata una circostanza che fa ancora
discutere. Perugini affermava di poter conoscere molto bene
Pacciani e ne divenne il principale accusatore, testimoniò
contro di lui al processo. “Raro, multiforme, dissimulatore”, lo
definiva. Lasciò la Sam a fine 1992, nel 1993 era a Washington
all’ufficio di collegamento tra la Dia e l’Fbi. (ANSA).
Fonte Ansa.it