… voleva farci pagare anche superstrade e statali. “Il pedaggio è bellissimo”, era la filosofia dello stradino preferito di “Mortadelone” Prodi. La tesi dell’attentato, coniglio nel cilindro che scagionerebbe i Benetton e i loro cari
“La Verità”, Francesco Bonazzi
La verità sulla strage del Polcevera potrebbe essere custodita in una grigia e anonima palazzina di una traversa di via Padova, alla periferia nord di Milano. Si tratta della sede della società Spea engineering, controllata dal gruppo Atlantia-Autostrade, che mercoledì ha ricevuto la visita della Guardia di finanza, e che avrebbe dovuto mettere in sicurezza il ponte Morandi.
I militari hanno copiato le memorie di computer e telefonini dei vertici aziendali, ma l’ attenzione si sta concentrando sui report trimestrali che finivano anche al ministero delle Infrastrutture, ovviamente passando per la controllante Autostrade.
Per la precisione, andavano alla direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie, affidata a Vincenzo Cinelli, anche lui oggetto di sequestri. E a presiedere Spea c’ è una vecchia conoscenza dell’ album di famiglia ulivista, ovvero l’ ex ministro dei Lavori pubblici nel governo Prodi uno, Paolo Costa. Non risulta indagato, ma il suo nome conferma il groviglio di amorosi sensi tra il centrosinistra e i Benetton.
La Finanza ha sequestrato tre computer di Spea, che cura tutta la progettazione non solo di Autostrade, ma anche di Aeroporti di Roma e degli altri scali dei Benetton, e le copie forensi dei cellulari di vari manager, tra i quali l’ ad Antonino Galatà e il responsabile tecnico Massimiliano Giacobbi.
Spea è già indagata ad Ancona, insieme con il consigliere Roberto Tomasi, per il crollo del ponte sull’ A14 che costò la vita a due persone nel marzo 2017. Il contenuto delle relazioni che gli ingegneri di Spea hanno stilato sul nodo di Genova sarà al centro delle indagini perché se queste informative contenevano allarmi specifici che sono stati presi sotto gamba dall’ex-ministro Graziano Delrio aumentano le possibilità di Autostrade di salvarsi.
Intanto, però, ambienti investigativi tendono a sminuire il peso di alcune notizie uscite nelle ultime ore, come la lettera del direttore manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri, mandata a febbraio al ministero e che conterrebbe un «allarme» sul ponte Morandi. Insomma, la Procura guidata da Francesco Cozzi sta guardando dalla parte opposta.
Intanto è interessante andare a leggere che cosa racconta di Genova il bilancio 2017 di Spea, 706 addetti in tutto il mondo, chiuso con 112 milioni di fatturato, un utile di 6,8 milioni e debiti per 82 milioni (metà nei confronti dei fornitori, ma zero con le banche).
Nel documento si spiega che le maggiori attività di progettazione hanno riguardato «il monitoraggio ambientale e geotecnico distribuito su tutto il territorio nazionale il cui andamento futuro è legato alla partenza dei cantieri».
Dopo di che compaiono solo due aree, tra quelle indicate come particolarmente rilevanti: quella di Bologna e il nodo di Genova «per la progettazione esecutiva, le indagini specialistiche e la progettazione definitiva». Bisogna capire se ci si riferiva alla gronda o al ponte Morandi. Qualcosa di più lo diranno ai pm gli ultimi verbali del cda di Spea, finiti nel materiale informatico sequestrato.
Sempre Spea, invece, si è tirata fuori dal pasticcio del professor Enzo Siviero, il super esperto che è andato in giro a parlare di possibile attentato, una tesi ovviamente tutta da dimostrare, ma che risolverebbe in un colpo solo tutti i rischi legali di Autostrade. Dopo le polemiche per la sua uscita, Siviero ha ribadito di essere stato ingaggiato come consulente proprio da Spea, ma la società lo ha scaricato affermando che l’ incarico non era mai stato formalizzato.
In ogni caso, colpisce la presenza ai vertici di Spea di un altro prodiano come Costa, ex sindaco di Venezia ed ex numero uno del locale porto. Da ministro gettò le basi della privatizzazione di Autostrade seguendone non l’ assegnazione, di competenza del Tesoro, ma provvedendo a fornire la «dote» della società in termini di proroghe. Blindate.
E da sincero amante dei caselli, il 27 aprile del 1998 andò a un convegno ad annunciare: «Il pagamento del pedaggio dovrà essere esteso progressivamente, dalle autostrade alle superstrade e alle strade principali».